Lo zoo di Venere (A zed and
two moughts)
di Peter Greenway con
Andrea Ferreol, Eric Deacon, Brian Deacon, Gerard Thoolen, Wolf Kahler, Frances
Barber - G.B – 1985 – Durata
Alba (Andrea Ferreol) è alla guida di un’auto ma, per colpa di un cigno che improvvisamente le taglia la strada, investe le mogli di due entomologi gemelli Oliver (Eric Deacon) ed Oswald Deuce (Brian Deacon); le donne muoiono sul colpo ed, a seguito dell’impatto, Van Meegeren (Gerard Thoolen), pittore falsario, ossessionato dai quadri di Vermeer., amputa una gamba ad Alba.
Lei, dopo aver messo alla luce dei gemelli (Castore e Polluce) frutto della sua relazione con i Deuce, si suicida. I neonati sono affidati a Feliphe Arc-en-ciel (Wolf Kahler) e sul finale i due fratelli Deuce si suicidano di fronte ad una telecamera che riprende la loro morte e la successiva decomposizione.
Pellicola con un intreccio narrativo appena abbozzato, assolutamente anomala e surreale. Il film è una riflessione sulla morte ed i due gemelli, ossessionati dalla putrefazione degli organismi viventi, dopo la morte delle loro mogli, discettano con naturalezza sul tempo che i loro corpi impiegheranno a decomporsi: “Sei mesi, un anno,dipende dalle condizioni. Non sopporto l’idea che vada in putrefazione. I batteri cominciano ad agire nell’intestino.Biscoccis populi. In una leccata ce ne sono 130.000 biscoccis, invece, in un bacio intimo ce ne sono 150.000. I primi se li scambiarono Adamo ed Eva. Il primo a decomporsi è lo stomaco, poi tocca all’intestino, al fegato, al pancreas ed alla milza e poi alla zona intorno all’utero.” Per rendere ancora più decadente e surreale la pellicola, Greenway mostra, impietosamente ed in rapida accelerazione, fotogramma dopo fotogramma, l’immagine di un cigno che va in putrefazione, e l’accompagna da un’irriverente marcetta. Il regista inserisce nel corso della narrazione dei documentari sull’evoluzione delle specie viventi o sulle danze tribali africane e su varie specie animali (fenicotteri, rettili, lumache, zebre). Da segnalare, infine, la presenza sullo schermo di Milo (Frances Barber), una prostituta che scambia prestazioni sessuali in cambio di lucertole, frattaglie di animali, carne di zebra e piume di struzzo. Il titolo originale (“una zeta e due zeri”) rimanda alla zeta come zoo ed alle iniziali dei due gemelli.