“Super size me” di Morgan Spurlock - USA - 2005
Forse la nuova generazione crederà che il documentario l’abbia inventato Michael Moore con il suo “Fahrenheit 9/11”. Naturalmente, non è così, ma va dato atto al paffuto regista americano di aver dato una grossa spinta ad una forma visiva, caduta ormai nel dimenticatoio. Non è un caso ma in questi ultimi anni, sono assunti agli onori dei festival internazionali, due film-documentari caustici e taglienti: “The corporation” (un atto d’accusa feroce sui disegni criminali delle multinazionali) ed il recentissimo “Super size me”, diretto dal simpatico e baffuto jankee Morgan Spurlock, vincitore del premio per la migliore regia al Sundance Festival del 2004.
L’obiettivo di questo dissacrante film-doc è palese; smascherare i signori della Mc Donald’s e dimostrare che i cibi che propinano nei loro anonimi fast-food, non solo sono ipercalorici, pieni zeppi di grasso, di zuccheri e di additivi, ma che nuocciono gravemente alla salute dei consumatori. Per raggiungere il suo scopo Morgan si è autoinflitto un severo castigo; ingerire, per quasi un mese, soltanto i famigerati panini “Supersize”, innaffiati con ettolitri di Coca Cola. L’effetto finale? Il suo fegato si è spappolato, è aumentato di tredici chili ed i medici lo hanno costretto ad interrompere il “folle” esperimento. A sue spese, Spurlock ha raggiunto il suo scopo; inchiodare, le lobby che gestiscono l’industria alimentare americana.
Il documentario è girato con ironia, con piglio scanzonato ed ospita non solo divertenti inserti animati ma sopratutto una serie di interviste a dei personaggi che si possono trovare solo nel continente a stelle e strisce. Su tutti le riprese di un’operazione di by-pass gastrico ad un superobeso, sulle note del più famoso valzer di Strass ed un allegra e spensierata musichetta che sbuca non appena sfilano i titoli di coda.
L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 13-04-2005