Le spaventapassere

 

Per avere la conferma che il cinema contemporaneo è in crisi, propongo al lettore un piccolo test. Che differenza c’è tra “Lo spaventapasseri”, pellicola diretta nel 1973 da Jerry Schatzberg e “Lo spaventapassere” diretta nel 2011 da David Gordon Green? Il primo, vincitore della Palma d’oro a Cannes (in ex aequo con Un uomo da marciapiede) era immerso in un’atmosfera malsana, vivida e pulsante  ed era impreziosito dalle monumentali interpretazioni di Gene Hackman e di Al Pacino; il secondo è un’incolore commedia americana che ruota intorno a Jonah Hill, astro nascente della comicità a stelle e strisce. Mi si potrebbe obiettare che il titolo originale della pellicola è l’anonimo “The sitter” e che il paragone non sta in piedi.

In realtà quello che non regge è la pellicola nella quale Jonah Hill veste i panni di Noah Griffith, un ottuso protagonista ciccione che, nella speranza di portarsi a letto la sua fantomatica ragazza, accetta di procurarle della coca. Per più di un ora e mezzo il malcapitato spettatore è costretto ad assistere alle peregrinazioni dello stupido ed odioso protagonista che, ficcandosi in un mare di guai, se ne va in giro, tra Brooklyn e Manhattan, con i tre ragazzini a cui deve fare da baby sitter. Il regista avrebbe potuto salvarsi dal disastro generale mettendo in campo i soliti ragazzini pestiferi ma simpatici ed invece, rende ancora meno fruibile la pellicola, proponendoci, nel rispetto delle più banali caratterizzazioni, tre piccoli ed insopportabili scoppiati; uno ha un’identità sessuale incerta, l’altra è una ragazzetta svampita, truccatissima e complessata ed il terzo, un salvadoregno problematico che ogni qual volta va in bagno, lo fa saltare con una piccola carica d’esplosivo. Al regista del film ”Strafumati” occorre concedere ancora un ulteriore prova d’appello?

 


Recensione pubblicata su Segno Cinema N 183 sett-2013

Torna alla Homepage »