Sognando Beckham (Bend it like Beckham)

di Gurinder Chadha con Parminder Nagra , Keira Knightley, Jonathan Rhys Meyers, Anupam Kher- GB  - 2002 – Durata 112’

 

Jess Bhamra (Parminder Nagra), diciannovenne di origine indiana, ha una smodata passione per il calcio e sogna di emulare le gesta del suo idolo; David Beckham, ala destra del Manchester. Lei è un vero talento ed è adocchiata da Jules (Keira Knightley), una ragazza che milita in una squadra di calcio femminile allenata da Joe (Jonathan Rhys Meyers). Jess è molto dotata tecnicamente ed in campo è una vera trascinatrice ma la sua famiglia ritiene che non sia molto indiano tirare i calci ad un pallone e le vieta di allenarsi e di giocare. Invano lei  prova a convincere il padre (Anupam Kher) a permetterle di disputare la finale ma lui è irremovibile anche perché in quello stesso giorno si celebra il matrimonio di Pinky, una delle figlie. Nel prevedibile lieto fine, mentre sono in corso i festeggiamenti delle nozze, il papà fa retromarcia e permette Jess a coronare il suo sogno.  Dopo essere entrata in campo nel secondo tempo, regala la vittoria alla propria squadra e, vinta una borsa di studio, vola in America dove giocherà in una squadra professionistica.

Commedia fragilina che mette a confronto due generazioni di emigranti; quelli che sbarcarono in Inghilterra sul finire degli Anni Cinquanta, legati al rigido rispetto delle tradizioni della loro terra natia e quelli della generazione successiva, perfettamente integrati nel moderno tessuto sociale. Il film è arricchito da una colonna sonora in prefetto stile Bollywood e mostra dei padri più soffici e morbidi delle loro mogli, arroccate su posizioni rigide, intransigenti e troppo legate alla tradizione.  Chadha non vuole impaginare un film militante, dal taglio sociale e sceglie il calcio come elemento di aggregazione e d’integrazione tra due popoli culturalmente diversi ed opposti tra loro. Fedele al taglio leggero, la commedia ha un passo frizzante e, prima dello scontatissimo lieto fine, il papà di Jessie, ex campione di hockey, ricorda alla figlia che quando arrivò in Inghilterra non gli fu permesso di frequentare i circoli sportivi dei bianchi che, continuavano a prenderlo in giro per il suo turbante. Prima di autorizzare sua figlia a riprendere a giocare, le dice:“Quando mi cacciarono via ed io non protestai e da allora non ho più giocato. Non voglio che Jess debba soffrire. Non voglio che faccia lo stesso sbaglio che ha fatto suo padre; subire la vita, subire senza reagire. Io voglio che combatta e voglio che vinca perché l’ho vista giocare ed è bravissima. Io dico che nessuno ha il diritto di fermarla.”. Premio del pubblico al Festival di Locarno 2002

 

Torna alla Homepage »