Segreti, segreti
di Giuseppe Bertolucci con Lina Sastri, Stefania Sandrelli, Alida Valli, Lea
Massari, Giulia Boschi, Mariangela Melato, Rossana Podestà, Federico Pacifici –
Italia – 1984 - Durata 83’
Pietro (Federico Pacifici) è un giovane
terrorista a cui tocca uccidere un alto magistrato. Ma quando deve premere il
grilletto tentenna, ha paura e si ferisce ad una gamba con un colpo di pistola
partito accidentalmente. Laura (Lina Sastri) l’altra componente del commando,
con lucida determinazione, fredda entrambi. Pietro è seppellito a Sant’Angelo
dei Lombardi, un paese terremotato dell’Irpinia dove vivono accampati in un
roulotte sua sorella Rosa (Giulia Boschi) e la sua matrigna Maria (Rossana
Podestà). In fuga, Laura si rifugia a Bologna da Gina (Alida Valli) la sua
vecchia tata ma la donna intuisce che lei nasconde qualche inquietante segreto e
decide di andar via e di raggiungere la sorella. Laura va a Roma da sua madre
Marta (Lea Massari) ma la polizia è sulle sue tracce e piomba in casa in piena
notte. Un solerte capitano informa Marta che sua figlia è ricercata per
associazione a banda armata; Marta non regge il colpo e si suicida. Catturata, a
Giulia (Mariangela Melato) il magistrato che indaga sulla vicenda Laura rivela i
nomi degli altri terroristi.
Film discontinuo che prova ad affrontare
la difficile tematica degli anni di piombo in Italia.
Bertolucci non ci fornisce alcuna ipotesi sulle motivazioni che avrebbero spinto
Laura ad abbracciare la lotta
armata e donandole un carattere, fin troppo incline al pianto ed alla
commozione, la descrive come la classica vicina della porta accanto. In una
scena simbolo del film mentre brucia i volantini delle BR incappa, per caso, in
un settimanale con le foto del matrimonio di Carlo e Diana e, commossa, ne resta
rapita. Troppo smaccato il contrasto tra Pietro, il terrorista nato in un
paesino povero ed abbandonato dell’entroterra irpino e Laura, una ricca
borghese. Non convincono, infine, il suicidio di
Marta e la confessione di Laura al giudice.
Le cose migliori del film sono alcuni scambi secchi e taglienti tra
Renata (Stefania Sandrelli), amica di
Renata ricoverata in una clinica per un tentato suicidio, e Marta:
“Perché si dice “tentato suicidio” e non
“suicido fallito”? e la sua amica, con estrema lucidità le risponde:
“Perché siamo così stupidi, così
presuntuosi che l’idea di un fallimento ci da noia sempre.”. A dispetto del
titolo nel film d segreti non vi è neppure l’ombra ed appare troppo confusa e
troppo cerebrale la spiegazione che Renata offre a Laura sui motivi che l’hanno
spinta al (finto) tentato suicidio: “Mi
amavo, amavo tutto di me, anche le tette troppo grosse quando andavano di moda
le magre, anche i brufoli che ti sbucano proprio l’estate chetai trovato il
primo ragazzino, anche quel carattere di merda che manda all’aria due matrimoni.
Mai, anzi con gli anni, l’amore è aumentato, si è rafforzato fino al punto di
scherzare con una lametta intorno ai polsi, di giocherellare con la mia vita,
come il gatto con il topo. Sono il gatto e sono il topo; scappo e mi acchiappo,
mi nascondo e mi stano. Se voglio mi mangio, se voglio mi ammazzo ma non perché
mi odio ma perché mi voglio distruggere…No! Sto giocando da sola. Siccome quando
sono nata non potevo guardarmi nascere, allora volevo guardarmi mentre morivo,
guardarmi mentre me ne andavo perché in quel momento mi sarei amata più che in
qualsiasi altro momento. Ma se fossi morta, allora, il gioco, davvero, si
sarebbe interrotto per sempre.”
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