Se sei così, ti dico si di Eugenio Cappuccio

 

In barba al post-moderno, alla contaminazione ed al melange dei generi, una sola cosa ormai è chiara; lo spettatore italiano ama il cinema integralista, un cinema che non cincischia, che non tentenna e che va, senza indugi, in una direzione certa. In altre parole una commedia deve essere una commedia fino in fondo, una storia d’amore una storia d’amore fino in fondo, un erotico un erotico fino in fondo. Cappuccio, regista che non ha mai strizzato l’occhio al botteghino e che ha diretto sempre pellicole oneste e coraggiose (“Volevo solo dormirle addosso, Uno su due….), ne ha pagato irrimediabilmente lo scotto, colpevole di aver disatteso (tradito?) le aspettative di un pubblico richiamato da un titolo (banale) che faceva il verso alla classica (stupida) commedia leggera e di non aver mostrato le grazie di Belèn Rodriguez, icona del desiderio erotico del maschio italico.

Cappuccio diserta la commedia lazzarona e nazional- popolare, non la svilisce con barzellette da bar dello sport ma impagina una favola agro-dolce che ruota intorno al melanconico ed ormai “vinto” Piero Cicala Piero Cicala (Emilio Solfrizzi), cantante (con giacca “vintage” piena di bottoni di madreperla e parrucchino) che negli Anni Ottanta aveva raggiunto il successo con un brano orecchiabile “Io, te e il mare” a cui, dopo anni, gli si presenta nuovamente la grande occasione di cantare in televisione, in prima serata, nel programma “I migliori anni di Carlo Conti”. Incontrerà per l’appunto in albergo, Belèn Rodriguez, nei panni di una top model, osannata dai suoi fan, che sul finale gli ridarà la gioia di vivere. Una pellicola smontata in fretta dalle sale, punita oltremodo ed immeritatamente dal pubblico, per la scelta del regista reo di aver mischiato le carte e di aver proposto uno script perennemente in bilico tra commedia e film di costume. Nel cast Iaia Forte e Roberto De Francesco.

 

Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 171 Settembre - Ottobre 2011

 

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