La scuola più bella del mondo
Ci sono dei luoghi nel cinema, che potremmo definire claustrofilici, dove ci
sentiamo protetti, come ci sentissimo a casa, e nei quali, sin dalle prime
battute di un film, respiriamo un’aria a noi intima e familiare. Pensiamo, ad
esempio, ai film ambientati nelle scuole. Chi non ricorda, anche con un pizzico
di nostalgia, quando nelle scuole elementari indossavamo coccarde e grembiuli,
recitavamo ad alta voce la poesia in classe, stuzzicavamo qualche anno dopo la
compagna di banco e successivamente, sentendoci ormai adulti ed emancipati, di
tanto in tanto, facevamo filone una volta giunti davanti al portone della
scuola?
Come ci ricordano i larghi successi di pubblico de
La scuola di Daniele Luchetti,
Auguri professore di Riccardo Milani,
fino al recentissimo Il rosso e blu
di Giuseppe Piccioni, la scuola non è solo un luogo della memoria, dove
scattano, inevitabili, le identificazioni con gli alunni o i professori. Il
cinema ha utilizzato, infatti, spesso la scuola come luogo simbolo della
società, come il microcosmo per eccellenza dove possano esplodere gioie e
dolori, equivoci e contraddizioni, conflitti e risoluzioni.
Dopo aver sbancato al botteghino con
Benvenuto al Sud, Benvenuto al Nord
ed Un Boss in salotto, il regista
Luca Miniero, ambienta, non a caso, la vicenda in una scuola e per il suo ultimo
film, La scuola più bella del mondo,
attualmente in lavorazione, propone per la coppia inedita Christian De Sica, nei
panni di un preside di scuola media toscano e Rocco Papaleo, in quelli di un
bizzarro professore napoletano. Fedele alla sue verve comica ed al suo taglio
ironico-sociale, Miniero proverà ancora una volta a sfiorare i temi a lui cari;
il razzismo, le diseguaglianze sociali, la frattura tra Nord e Sud dell’Italia.
Non mancheranno, naturalmente, gli equivoci ed i colpi di scena e la scolaresca,
capitanata dal preside toscano, si troverà, vittima di un banale errore, ad
Acerra e non ad Accra, in Ghana. Nel cast
Lello Arena, Miriam
Leone e Angela
Finocchiaro.
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 8-7-2014