Intervista a Stefano Rulli
Sceneggiatore da sempre, Stefano Rulli ha presentato all’ultimo film di Venezia il suo film “Un silenzio particolare”, prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti. Lo stesso Rulli ci disvela quale “particolare” motivazione lo ha spinto a passare dietro la macchina da presa. “Da diversi anni mi occupo di progetti di vita per problematiche mentali. Con mia moglie, Clara Sereni abbiamo creato un agriturismo, “La città del sole”, un luogo aperto a tutti e che ospita anche persone affette da un disagio mentale. Mio figlio Matteo era con noi in vacanza. Avevo pensato di girare qualcosa sulla vita di questo agriturismo ma il materiale, sempre più oggettivo, è diventato un racconto sempre più “intimo e familiare”. Matteo non ha mai avuto nessun rapporto con il mio lavoro ma in questa occasione è come se fosse voluto entrare in campo, come un suo volersi raccontare. Non c’era una sceneggiatura vera e propria ma solo una traccia iniziale. Ero partito dall’idea di filmare il pranzo, le passeggiate ma poi, man mano, Matteo è riuscito a comunicare con dei linguaggi suoi. Alla fine del montaggio l’abbiamo visto a casa e Matteo è rimasto molto colpito dal film ed ha voluto rivedere i suoi maggiori momenti di difficoltà. Spero che questo film possa offrire uno sguardo diverso della malattia mentale, sguardo orientato più ad una ricerca di valori che e di storia di questi soggetti che non in senso compassionevole. Il mio obiettivo è quello di mostrare persone per quello che sanno dare e non per quello che non hanno. Mi auguro, inoltre, che questa pellicola possa essere d’aiuto per modificare un immaginario ormai consolidato. Anni fa c’era una visione più ideologica della malattia mentale ed il recupero sociale sembrava essere l’unica ricetta possibile. Basaglia sapeva che esisteva la malattia mentale; altro era saperla catalogare e risolverla.”
Dalla Rivista "Eidos- Cinema, Psiche ed arti visive" Numero 1