Rimbalzi d'amore (Just
right)
di
Sanaa Hamri con
Queen Latifah,
Common,
Paula Patton - USA -
2010. - Durata
Ci sono delle strutture narrative dure a morire. Quelle delle fiabe, ad esempio, con il classico lieto fine e su tutte quella di Cenerentola, tradotta sullo schermo, come mille varianti ed in tutte le salse possibili. Rimbalzi d’amore né è la riprova e ci narra la favola di Leslie Wright (Queen Latifah), fisioterapista nera, bruttina, cicciona ma simpatica, allegra e piena di vita. Tifosisima dei Nets, squadra di basket di New York, incapperà per caso in Scott McKnight (Common), uno di punta della sua squadra del cuore. I due familiarizzano, escono insieme ma ad una festa Scott è fulminato dalla bellezza di Morgan (Paula Patton), inseparabile amica di Leslie, una ragazza ambiziosa ma vuota e superficiale. Prima di convolare a nozze con l’affascinante fidanzata, Scott, subirà nel corso di una partita un grave incidente al ginocchio che metterà a rischio la sua carriera e sarà costretto a ricorrere alle cure della materna Leslie. Nello scontatissimo e prevedibile finale, Scott mollerà Morgan e sceglierà di vivere al fianco della sua dolce e premurosa fisioterapista.
Hamri coniuga con scarsa convinzione commedia romantica e genere sportivo e prova ad intrecciare l’incolore love story dei protagonisti con le gesta atletiche di Scott (interpretato dal rapper Common), funambolico giocatore di basket, che farà vincere, come al solito, la propria squadra, all’ultimo secondo, con un suo canestro. Come ogni favola che si rispetti non manca qualche toccata moralistica con la condanna dell’arrivismo e della scalata sociale e l’immancabile richiamo alla generosità, all’onestà, all’altruismo ed ai buoni sentimenti. La regista prova a impreziosire la pellicola con delle ripetute immagini di New York dall’alto, azzera (stranamente) quasi del tutto la colonna sonora ed in mancanza di altro, s’affida agli smaglianti sorrisi di Queen Latifah. Accattivante il titolo originale che rimanda alle rassicuranti qualità della protagonista.
Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 171 Settembre - Ottobre 2011