Cinema e
psicoanalisi, la magnifica ossessione
di Mario Franco
Ignazio Senatore, psichiatra e cinefilo
appassionato, pubblica un nuovo libro sul cinema come spia dell’inconscio
collettivo, mezzo privilegiato per indagare le illusioni artificiali del
quotidiano, la loro tangenza e incrocio con quelli “extra-consueto” cui gli
uomini tendono quando cercano un significato metafisico
o para-religioso del mondo. “Cinema , Mente e Corpo”, racchiude le schede
di 500 film, con temi cari sia alla psicopatologia sia a rappresentazione (e
questa è una novità) della malattia del corpo; dal cancro all’Aids, dalla cecità
al discusso tema dell’eutanasia.
Senatore ha cominciato a pubblicare nel
1998 con “L’analista in celluloide”,
una divertente panoramica degli stereotipi con i quali sono raffigurati sullo
schermo psichiatri e psicoanalisti.
Seguirono “Curare con il cinema”
(2002), “Il cineforum del dottor Freud” (2004) e “Psycho cult” (2006). La
cinefilia, come è noto, è un’ossessione e forse una malattia, cosicché il dottor
Senatore, psicoterapeuta presso l’Università “Federico II”, si sdoppia in
critico per
Più ancora che alle teorie di Christian
Metz, il nuovo libro di Senatore “stizza l’occhio” come dice l’Autore al
Diagnostic and Statistical Manual of Menthal Disorders (DSM) e suddivide il film
secondo diverse patologie mentali: alcolismo, deliri di gelosia, disturbi di
personalità, perversioni sessuali, depressione, follia…Il DSM, pubblicato nel
1952 per la prima volta, classificava statisticamente le distorsioni mentali. La
sua edizione più recente, nel 2000, classifica un numero di disturbi pari a tre
volte quello della prima edizione.
E si sono moltiplicati i film con al
loro intento un personaggio folle o psicologicamente disturbato. Dal folgorante
esordio di Bunuel (“Un chien andalou”)siamo giunti all’horror d’autore (“Shining”),
dalle giovanili allucinazioni di Polanski (“Repulsion”). Così come agli incubi
dell’eroina (“L’uomo dal braccio d’oro”) o da quelli del manicomio (“La
vacanza”, “Il corridoio della paura”) siamo giunti alla follia del reduce del
Vietnam (“Taxi driver”) e al matematico paranoide (“Beautiful mind”). Lo
sdoppiamento della personalità (“Dr Jekyll e Mr Hyde”) che in De Palma è anche
sdoppiamento d’immagine (“Doppia personalità”, “Le due sorelle”, “Femme fatale”)
ha creato autentici capolavori come “Psycho” di Hitchcock e filmetti dozzinali.
Nell’incertezza precaria che caratterizza il declino dell’Occidente, la logica
percettiva del mondo si servirebbe del cinema per rinviare ad un secondo senso;
ciò che appare assume il carattere
enigmatico e sfuggente della metafora, del sogno catartico.
Il cinema è dunque l’espressione più adeguata, per dar senso attraverso
immagini simboliche, all’indecifrabile realtà che ci circonda.