Ignazio Senatore è
uno psichiatra e psicoterapeuta totalmente
"ossessionato" dal cinema. Nel suo Curare con
il cinema troviamo un approccio raro nel nostro
panorama, e dunque interessante, poiché la prospettiva
scientifica non è quella dello studioso di cinema, ma
quello dello studioso della mente che cerca di trovare dei
legami e delle trame tra la sua professione e la settima
arte.
Naturalmente il fatto che il cinema, ma l'arte in
generale, abbia un potere curativo non è una novità
(pensiamo a La donna che visse due volte in cui, al
protagonista caduto in depressione, viene fatto ascoltare
Mozart), ma nuovo e originale è il modo in cui Senatore
esplora questo universo: non attraverso analisi rigorose e
scientifiche dei film, ma in virtù di rapidi sguardi
(spesso ricorrendo a preziose citazioni di parti di
sceneggiatura e dialoghi). Questa rapidità, che non è
superficialità, ma un consapevole e spesso ironico
tentativo di trovare delle epifaniche rivelazioni spinge
alla lettura, scoprendo e ragionando in modo aperto su
quello che il cinema ha creato in questi ultimi anni (il
libro cita spesso, ed è un merito, film di recente
produzione) ma non solo.
Molto interessanti e evocativi i titoli
dei diversi capitoli (quasi tutti saggi su cui Senatore ha
lavorato per convegni legati al mondo della psichiatria).
Passiamo da Un trauma chiamato desiderio, a Pane,
amore e psichiatria fino a Ford, Antonioni,
Tarantino: che tipo di narrazione proponiamo al paziente?
che fanno capire l'approccio originale e a volte ludico
che anima l'autore. Curare con il cinema significa infatti
giocare con esso, riflettendoci sopra per la voglia di
scoprirlo nelle zone nascoste.
Bisogna comunque sottolineare
l'interesse di Senatore per la parte sonora del film (nel
senso dei dialoghi, di quello che viene detto): è infatti
molto ricca la parte di citazioni, estratti di
sceneggiatura che rendono bene lo spessore dei personaggi
dei vari film citati, mentre viene un po' trascurata la
parte visiva. Se è vero che Senatore si rivolge a un
pubblico scientifico-medico e non a cinéphiles,
uno sguardo più specifico della mise en scene
sarebbe stato interessante. Ma la forza dell'autore sta
nella discorsività e allora i dialoghi dei film proposti
si integrano perfettamente con le idee, i ragionamenti, le
scommesse proposte.
In definitiva Curare con il cinema è un libro
appassionato, sincero e libero. Scritto non solo da un
amante del cinema, ma anche da uno spettatore onnivoro che
non teme, come i più ossessionati, di ricordare e citare
fiumi di film, di personaggi, di sogni.
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