Rasputin

di Louis Nero con Francesco Cabras, Daniele Savoca, Franco Nero, Ottaviano Blitch, Diana Dell'Erba –Italia – 2011 – Durata 81’

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Marco Sabatino

Si narra che una volta Thomas Mann avesse prestato un romanzo di Kafka a Einstein che glielo aveva restituito dicendo: “Non m’è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto”. Questo delizioso aneddoto potrebbe sintetizzare la mia reazione di fronte all’ultimo film di Louis Nero. Regista assolutamente insolito ed originale nel panorama italiano, fedele ad una propria idea di cinema,  Nero ha affinato negli anni tecnica e sguardo e con il suo Rasputin firma forse la sua opera migliore che ruota intorno alla controversa, ambigua e misteriosa figura del monaco russo (interpretata da Francesco Cabras) che scosse la corte dello Zar nella Russia dei primi del Novecento. Un’opera che s’avvale di una sontuosa fotografia, opera dello stesso regista, messa al servizio di un film che, come impianto scenico rimanda inevitabilmente a I racconti del cuscino di Peter Greenway per le identiche soluzioni adottate (l’uso frequente di split screen). La pellicola affascina, cattura ma finisce, ben presto, per risultare eccessivamente iper-estetizzante, barocca e calligrafica. Intellettualistica e cervellotica, non è forse troppo complessa per il cervello umano?



Recensione pubblicata su Segno Cinema - N. 171 Settembre - Ottobre 2011

 

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