Punto zero (Vanishing
point)
di Richard C. Sarafian con Barry Newmann, Cleavon Littile - USA – 1971 – Durata
Kowalski (Barry Newmann) un ex corridore
automobilistico consegna auto da una costa all’altra dell’America tenendosi
sveglio, grazie all’assunzione di eccitanti. E’ un venerdì notte e, per gioco,
scommette con il suo pusher che riuscirà a consegnare un auto da Denver, in
Colorado, a San Francisco entro il lunedì mattina. L’impresa è titanica e, dopo
aver ingerito una robusta dose di benzedrine, si mette in viaggio sulla sua
Dodge Challenger, un auto truccata che sfreccia sulle strade come un razzo. Nel
suo peregrinare incontra due autostoppisti gay che provano a rapinarlo, una
coppia di giovani hippy che vive felice, noncurante delle convenzioni sociali ed
uno strano vecchietto che cattura serpenti velenosi. Kowalski finisce,
inevitabilmente, per attirare l’attenzione della polizia stradale che gli da una
caccia spietata. Ben presto diventa un eroe e Super Anima (Cleavon Littile) un
D.J nero e cieco che ha l’abitudine di sintonizzarsi sulle stazioni della
polizia, via etere, gli da delle imbeccate su come sfuggire ai posti di blocco.
Il finale non potrà che essere tragico.
Cult giovanilista, tratto da un soggetto
di Malcom Hart, liberamente ispirato ad un evento di cronaca. Il regista
confeziona un classico road-movie e SuperAnima
“un cieco che guida un altro cieco”
trasforma Kowalski (cognome, non a
caso, identico al protagonista di “Un
tram che si chiama desiderio” di Tenessee Williams) come un eroe a difesa
della libertà, un cavallo selvaggio che corre a briglia sciolta, tra deserti e
lande sconfinate. Come in ogni road movie che si rispetti i veri protagonisti
sono lo splendido panorama ed una buona colonna sonora.