Come combattere la paura della malattia
Non tutti lo sanno ma “C’era una
volta” è un laboratorio unico in Italia. Ideato da una giovane psicologa
napoletana, questo spazio d’ascolto è nato circa tre anni fa all’interno della
Fondazione “Istituto Pascale” di Napoli per i pazienti, affetti da neoplasie. Ai
soggetti a cui è stato diagnosticato un “male incurabile”, viene consigliato,
infatti, di “narrare” la propria storia “su carta” e di raccontare, in che modo,
il cancro ha modificato i propri ritmi di vita, le abitudini, le relazioni
affettive,
i progetti , i sogni .
Tutte queste riflessioni verranno
rilette, in gruppo, all’interno del laboratorio e trasformato in un’esperienza
terapeutica. Saranno i pazienti stessi a mettersi in gioco, ad aprire il loro
cuore e a testimoniare, con la loro calda e dura esperienza, come sia possibile
affrontare, psicologicamente, una prova così difficile che, spesso, si traduce
in un viaggio senza speranza.
L’idea di un approccio
“narratologico” alla malattia ha delle origini antiche, ma non è mai stato
tradotto in una vera esperienza clinica in nessuna istituzione italiana.
Narrare significa esplicitare
quello che si ha dentro, riempire delle lacune e permettere la formazione del
“pensiero”. Sigmund Freud basò su questa intuizione il modello psicoanalitico e
più che combattere le idee “assurde” del paziente, occorreva offrire loro,
primariamente, uno spazio d’ascolto. Narrarsi non è di per sé una cosa semplice
ed il gioco si fa maledettamente più duro e proibitivo se il paziente ha appena
scoperto di essere affetto da un cancro al seno o da una neoplasia al polmone ed
è
consapevole che la morte gli sta
soffiando, inesorabile, sul collo.
Per far fronte a questi bisogni, è
nato appunto
il Laboratorio “C’era una volta”,
ideato dalla dottoressa Daniela Barberio, con una formazione in psicoterapia
relazionale e familiare, conseguita presso l’ISPPREF di Napoli,
borsista, psico-oncologa e creatrice di questo spazio d’ascolto unico in
Italia.
“Il
laboratorio nasce tre anni fa ed indirizzato alle donne che dovevano essere
operate al seno nell’Istituto “Fondazione Pascale”. Il progetto era partito,
inizialmente, con la finalità di offrire loro una corretta informazione sulla
diagnosi e sul trattamento chirurgico, farmacologico e chemioterapico a cui
dovevano essere sottoposte. All’inizio gli incontri erano più freddi e
strutturati in maniera più rigida alla presenza anche di un’oncologa ed
un’infermiera. Man mano le donne hanno iniziato a parlare delle loro storie, del
vissuto relativo alla loro malattia, della morte. Da spazio informativo, il
laboratorio, denominato “C’era una volta”, si è trasformato radicalmente in
luogo nel quale era possibile raccontare i propri vissuti relativi alla
malattia, le preoccupazioni ad essa collegata e come questa aveva cambiato
radicalmente la loro vita. Molte di esse definivano la malattia non solo in
termini negativi ma anche come un’opportunità per un cambiamento (separazione,
allontanamento di casa, cambio di attività lavorativa….) e come occasione per
ridefinire la propria vita. Raccontare ha significato per loro lasciare, in
maniera indelebile, una traccia di sé e sono diventati “terapeutici”perché al
loro interno avveniva
una trasformazione della
storia narrata.
Fino ad oggi abbiamo raccolto un
gran numero di storie, scritte anche da pazienti di sesso maschile, e pensavamo
di pubblicare un opuscolo dove riportare le testimonianze più toccanti che ci
avevano colpito. Siamo certi che in quelle storie vive e pulsanti, i futuri
utenti del nostro servizio, si rispecchieranno in pieno.”
Il dottor Francesco De Falco,
psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Servizio di Psiconcologia
dell’Istituto “Fondazione Pascale”, è il supervisore di questo “rivoluzionario”
spazio d’ascolto:
“Nell’ambito di tutte le
molteplici attività inserite nel Servizio di Psiconcologia tentiamo di esplorare
tutte le strade possibili ed anche innovative nella speranza di poter offrire ai
nostri pazienti il massimo del conseguimento di un equilibrio psicologico. Il
laboratorio affianca le altre attività di sostegno psicologico offerte dal
nostro Servizio perchè come ci ricorda
Paul Ricoeur: “La malattia si costituisce quando la persona è incapace di
costruire e di narrare una storia della propria vita.”
L'Articolo- Redazione
napoletana del "L'Unità" - 8-03-2005