Errori in psichiatria
Il
primo libro dell'Iliade si apre con la descrizione della pestilenza che affligge
il campo acheo perché Agamennone si è rifiutato di restituire al padre la bella
prigioniera Criseide. Per gli antichi la malattia era suscitata dalla collera
divina e la cura consisteva nell'espiazione della colpa attraverso il ricorso ad
invocazioni propiziatorie ed a vittime sacrificali. Ne è passata da allora di
acqua sotto i ponti ed il sapere medico, da allora, ha dovuto sfidare
superstizioni ed epidemie, sperimentare nuovi farmaci, perfezionare pratiche ed
sperimentazioni cliniche. Non meno complessi di quelli effettuati dalla scienza
medica i passi in avanti compiuti dalla psichiatria che, abbandonate le pratiche
ereditate dagli Etruschi come quella della trapanazione del cranio per guarire
la pazzia e l’isterismo, ha affinato sempre più gli interventi terapeutici fino
a sfaldare in parte il concetto di inguaribilità della malattia mentale.
Dopo i venti libertari di Psichiatria
Democratica che ha lottato affinché
il folle fosse trattato con la stessa dignità di qualsiasi altro ammalato,
in questi ultimi anni si è
assistito spesso ad un fiorire di convegni spesso identici a se stessi dove si
sono alternati oratori che tendevano, narcisisticamente, a dar voce soprattutto
ai loro (presunti?) successi terapeutici. Originale rispetto ai precedenti e dal
taglio completamente diverso è quello che si svolge oggi dalle ore 9.00
alle ore 18.30, presso il Centro Congressi dell’Hotel Royal Continental, in
collaborazione con l’Astra Zeneca, dal
titolo “Errori nel trattamento dei disturbi psichiatrici”, organizzato
dal professor Giovanni Muscettola, Ordinario di Psichiatria dell’Università
Federico di Napoli, che così sintetizza lo spirito del Convegno: “Cercheremo di
non parlare dell’errore in psichiatria in termini giuridici ma di fare un
excursus su quelli di programmazione e di procedura. Grande attenzione è data
all’impiego in terapia di farmaci atipici, utilizzati al di fuori delle
indicazioni del Ministero, pratica che non è di fatto un errore ma che diviene
una strategia utile per casi più difficili.” Gli fa eco il professor Massimo
Morlino, psichiatra dell’Università Federico II di Napoli: “In psichiatria
l’esistenza di quattro diversi livelli di intervento, biologico, psicologico,
familiare e sociale, comporta un ulteriore livello di complessità e diventa
ancora più difficile, che in altre discipline, definire cosa sia un errore, se e
come possa essere evitato.” Più che
proporre nuovi modelli di intervento, osannare l’ennesimo farmaco che lenisce
angoscia, mal di vivere e sofferenze, in questo convegno il professore
Muscettola illustra gli errori legati ai trattamenti farmacologici, Romolo Rossi
quelli ai trattamenti psicoterapeutici, Stefano Ferracuti a quelli
psichiatrico–forensi, Massimo Morlino a quelli negli ambiti medico e
psichiatrico. Chiude il convegno il dottor Vittorio Schiavone con una relazione
sulle linee guida nel trattamento della schizofrenia.
Articolo pubblicato su "Il Napoli - Epolis" - 16-11-2007