Prom Ballo di fine anno
L’adolescenza è sempre stata rappresentata al cinema in maniera banale, semplicistica e riduttiva. Per registi e sceneggiatori a quell’età o si è dei teppisti ribelli e trasgressivi, dei cani sciolti senza collare che sniffano, si ubriacano e fanno sesso con il primo che capita a tiro o degli stupidi e foruncolosi ragazzetti, ossessionati dal ballo di fine anno, perché in quell’occasione potranno così stampare sulle labbra di una coetanea il primo bacio della loro vita. A questo secondo filone appartiene l’insostenibile, impresentabile ed incolore commedia, made Disney, che depurata la trama da tensioni economiche e sociali, da dubbi esistenziali e dai cocenti conflitti con adulti, professori ed altre figure genitoriali, tipici di quell’età, mette in campo degli studenti un po’ sempliciotti di un college americano alle prese con i preparativi del Prom Night, il ballo di chiusura d’anno della scuola che segna per loro il passaggio dalle superiori al college. La protagonista è la vuota, secchiona ed ingenua Nova Prescott (Aimee Teegarden), responsabile delle decorazioni dell’importantissima (?) festa, una ragazzina che finisce, inevitabilmente, per innamorarsi di Jesse Richter (Thomas McDonell), il classico ribelle di turno, bello e tenebroso. A fare da contorno ai due insulsi protagonisti, un corteo di ragazzini sbarbati e superficiali sommersi da un unico dubbio (chi invitare al ballo in quella fatidica sera?) ed un mucchio di ragazzine romantiche che sognano di incontrare il principe azzurro e si trovano a fare i conti con illusioni e delusioni. Da evitare a tutti i costi.
Recensione pubblicata su Segno Cinema – N. 177 - 2012