Private di Saverio Costanzo – 2005

 

Ricordate “La storia del generale Custer”, “Ombre rosse” e tutti gli altri western? Celebravano le gesta degli jankees e mostravano i pellirossa come un popolo di primitivi, selvaggi e sanguinari. Ci vollero gli Anni Settanta per ristabilire un pizzico di verità e per ricordare al mondo intero che gli indiani d’America furono spazzati via, dai propri territori, dalla furia colonizzatrice dei visi pallidi. La storia, come affermava Gianbattista Vico si ripete all’infinito ed ai giorni nostri tutti conoscono il dramma del popolo palestinese, “invaso” dal popolo israeliano. Saverio Costanzo (figlio del papà Maurizio) con “Private”, straordinaria opera prima, riesce (finalmente) a dar voce all’immensa sofferenza del popolo arabo. Mohammad (Mohammad Bakri) è un palestinese colto di mezza età, sposato con e padre di cinque figli. In un attacco notturno, la sua casa viene invasa da una truppa di soldati israeliani. L’uomo si rifiuta di abbandonarla ed i soldati dopo aver occupato il piano superiore, relegano lui e la sua famiglia in una stanza-prigione. Carico di infuocata tensione e girato come un thriller, è nitido e terso nelle scene diurne, sgranato in quelle notturne

Il film ruota intorno alla straordinaria figura di Mohammad, un uomo saggio e coraggioso che, in nome dei suoi principi morali e politici, non arretra di fronte alla forza ed all’arroganza del nemico. Incrollabile nei suoi principi, l’uomo dispenserà ad ognuno dei suoi familiari, la sua “rivoluzionaria” e pacifica visione del mondo. Alla moglie: “Essere rifugiati significa non essere”, “Se sei costretta a scappare, lo farai per sempre”. Al figlio Jamal: “Se i soldati butteranno giù  la serra, la ricostruiremo. E se la butteranno ancora giù, la ricostruiremo finchè non si stancheranno”. Alla figlia: ”Se non sai mordere, che senso ha mostrare i denti?”. Su tutte le scene dei sogni di Mohammad e Jamal e gli occhi sbarrati della piccola Nada che, in piena notte, non riesce più a dormire. Il set è stato ricostruito in Calabria ma girato con attori arabi ed israeliani. Vincitore ai Festival di  Locarno, Rottherdam, Toronto, Vallodolid, Haifa. Mohammad Bakri miglior attore a Locarno. Imperdibile, poetico, straziante.

 

 

L’Articolo – Redazione napoletana de L’Unità -10-1-2005

 

Torna alla Homepage »