
"Perché si danza quando si ha voglia di baci?"
Le più belle frasi dei film d'autore
(Falsopiano Editore - 2013)
Anteprima 5 pagine
ACUTE
1.
“Le persone come Sheba sono convinte di sapere cosa significhi essere soli
ma, delle mia infinita solitudine, non sanno niente. Di cosa significhi
costruire un intero fine settimana sull’unica uscita per andare in
lavanderia o non essere mai toccati da nessuno, fino al punto in cui,
sfiorare per caso, la mano del bigliettaio dell’autobus, ti provoca una
fitta di desiderio che ti contorce le viscere. Di questo Sheba e quelle come
lei non hanno la minima idea.” (Diario di uno scandalo)
2. “L’intimità sceglie i momenti più
sbagliati per tornare. Quel gesto salì alle mie mani con la naturalezza di
una bestiola fedele che, per quante botte riceva, non dimentica
il suo padrone. Gli chiesi subito scusa.” (I
giorni dell’abbandono)
3. “Una nave dentro una bottiglia non potrà
affondare mai, né ricoprirsi di polvere. E’ carina da guardare mentre naviga
nel vetro. Nessuno è tanto piccolo da poterci salire, nessuno sa dove è
diretta. Il vento non può gonfiare le sue vele. non ha vele, solo lo scafo
come un vestito. E sotto meduse. La sua bocca è asciutta, nonostante sia
circondata dall’acqua. Lei beve dal profondo degli occhi che non chiude mai.
Morirà senza fare rumore, non s’infrangerà sugli scogli. Lei rimarrà ferma
ed orgogliosa.” (Meduse)
4. “Non odi tutto questo? I silenzi che
mettono a disagio. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di
puttanate per sentirsi a nostro agio? E solo allora che sai di aver trovato
qualcuno davvero speciale, quando puoi chiedere quella cazzo di bocca per un
momento e condividere il silenzio in santa pace.” (Pulp fiction) 5. “Kathy aveva
un buon radar. Era come se qualcuno avesse girato la manopola di un
millimetro a destra, e la stazione radio era arrivata così nitida e forte
che l’aveva quasi stordita. Quando si accorse della complicità tra loro, le
sembrava impossibile di non essersene resa conto prima.” (Little children)
ALCOLIZZATI
6.
“Non ricordo se ho iniziato a bere perché mia moglie mi ha lasciato o se mia
moglie mi ha
lasciato
perché ho iniziato a bere.” (Via da Las Vegas)
7. Charlie: Bevi questo, un whisky.
Celeste: Non ho mai bevuto un bicchiere di whisky in vita mia
Charlie: Porta via la tristezza
Celeste: Io quando mi sento triste abbraccio il mio orsacchiotto (Oggi
sposi)
8. Milan: Perché sei in ritardo?
Luigi: Non ero presentabile. Due ore fa ho
incontrato una bottiglia, un appuntamento che non
riesco a rimandare.”
(L’uomo del treno)
9. Maggiore: Lei di che nazionalità è?
Rick: Ubriacona
Maggiore: Allora è cittadino del mondo.” (Casablanca)
10. Elisabeth: Arnie, so che non sono
affari miei, ma hai mai pensato di smettere?
Arnie: Se ci ho mai pensato? Faccio una terapia di gruppo ogni tanto e
funziona così. Alla fine dell’incontro invitano una delle persone nuove a
prendere un gettone bianco che rappresenta
la
tua assoluta intenzione di smettere di bere, ma se sgarri e ricominci a bere
di nuovo, devi
tornare a prendere un altro gettone. Questo
vale novanta giorni; ci sono riuscito, una sola
volta.
Vedi tutti questi gettoni bianchi? Io sono il re dei gettoni bianchi!“ (Un
bacio romantico)
11. “Oggi non è
il giorno in cui ho ricominciato. Oggi è il giorno in cui non preoccupo più
di
fingere che non bevo.” (Oltre le regole)
12. "Io resto
fedele alla mia medicina. Eppure, ormai, dovresti sapere che non riesco ad
ubriacarmi, per quanto beva e che sono ubriaco nel modo convenzionale; cioè
barcollo e vaneggio quando non tocco l'alcol....Spero che tu apprezzerai il
perfetto equilibrio che ormai riesco a raggiungere tra l'orrore di quando
non bevo e l'abisso di quando bevo troppo." (Sotto il vulcano)
13.
Nat: Perché
beve al mattino?
Don: Parli come un bambino.
Non si tronca così. Quando si è nel carosello bisogna fare tutto il giro.
Girare, girare, finché la musica diventa più
lenta, poi si sfiata e all’improvviso si ferma.
Bisogna fare tutto il giro.
E’ proprio al mattino che se ne ha bisogno. Di
notte fa piacere bere,
di mattina è una medicina.” (Giorni perduti)
ARRABBIATI
14. “Le prime volte che ho provato a fare
questo dolce non mi veniva mai bene; troppo zucchero una volta, troppo poco
l’altra, non riuscivo a trovare una via di mezzo. Poi mi sono accorto dello
sbaglio;
cercavo di dargli il sapore di quello di mia madre o
di quello di sua madre. Il mio non aveva poesia, non aveva luce. Ho capito
che volevo a tutti i costi che fosse eguale a quello di mia madre o di sua
madre, invece doveva essere una mia creazione, doveva venire da me. Tu,
Miguel non hai un cazzo da offrire, non hai un po’ di poesia. Non c’è
nessuno che ti guardi e dica: “Accidenti, guarda quel Miguel, voglio un po’
della sue qualità.” Non hai altro che la tua rabbia. Io ero esattamente come
te, ero pieno di rabbia.” (Bobby)
15. “La
rivoluzione d’autunno è diventata la rivoluzione autunno-inverno, pret a
portèr di Bertinotti. L’autunno caldo? Ma quale caldo? I saldi d’autunno. A
San Giovanni, invece di Pietro o Enrico, ci vanno Silvio e Gianfranco, si
fanno i concerti con il papa –rock, le sfilate dell’alta moda. Invece di
Luther King adesso ci abbiamo Naomi Campbell e non ci hanno risparmiato
niente. Niente! Anche il nostro compagno Fidel, il “lider maximo”, doppio
petto blu e cravatta. Hasta la vittoria siempre e vai col tango. Ed adesso
cosa volete? Le trentacinque ore. Va bene, d’accordo, ma per fare che? Cosa
nelle ore libere? Per guardare la televisione e giocare al superenalotto e
il mercoledì guardare gli incontri di coppa.” (La cena)
16. “Si, vaffanculo anche tu. In culo io?
Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e chi ci abita. In culo ai
mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle. In culo ai
lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina. In culo ai sikh ed
ai pakistani che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti.
Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici.
Aspiranti terroristi. E rallentate, cazzo! In culo ai ragazzi di Chelsea,
con il torace depilato ed i bicipiti pompati che se lo succhiano a vicenda
nei miei parchi e te lo sbattono in faccia sul Gay Channel. In culo ai
bottegai coreani con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro
fiori avvolti nella plastica
Sono qui da dieci anni e non sanno ancora
mettere due parole insieme. In culo ai russi di Brighton Beach, mafiosi e
violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro the con una zolletta di
zucchero tra i denti. Rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove
cazzo siete venuti. In culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù nella
47 °, nei loro soprabiti, imbiancati di forfora, a vendere diamanti del Sud
Africa dell’apartheid. In culo agli agenti di Borsa di Wall Street che
pensano di essere i padroni dell’universo. Quei figli di puttana si sentono
come Michael Douglas e Gordon Gekko, pensano a nuovi modi di derubare la
gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Erron a marcire per
tutta la vita. E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino? Ma fatemi
il cazzo di piacere. In culo ai portoricani, venti in una macchina e fanno
crescere le spese dell’assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei
pipponi dei domenicani; al loro confronto i portoricani sono proprio dei
finocchi. In culo agli italiani di Bensonhurst, con i loro capelli
impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant’Antonio che
agitano la loro mazza da baseball, firmata Jason Jumby, sperando in un
audizione per I Soprano. In culo alle signore dell’Upper Eastside, con le
loro foulard di Hermès ed i loro carciofi di Balducci da cinquanta dollari,
con le loro facce pompate di silicone, truccate, laccate e liftate. Non
riuscite ad ingannare nessuno, vecchie Befane. In culo ai negri di Harlem;
non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa. Fanno cinque passi
per arrivare sotto canestro, poi si girano, e danno la colpa al razzismo dei
bianchi. La schiavitù è finita cento trentasette anni fa e muovete le
chiappe. E’ ora! In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi
e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di
omertà. Avete tradito la nostra fiducia. In culo ai preti che mettono le
mani nei pantaloni di bambini innocenti, in culo alla Chiesa che li
protegge, non liberandoci dal male. E dato che ci siamo ci metto anche Gesù
Cristo. Se l’è cavata con poco; un giorno sulla croce, un week end
all’inferno e poi alleluia degli angeli per il resto dell’eternità. Provi a
passare sette anni nel carcere di Otisville. In culo a Osama Bin Laden, a Al
Quaeda e a quei cavernicoli, retrogradi dei fondamentalisti di tutto il
mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, gli auguro di
passare il resto dell’eternità, con le vostre settantadue puttane, ad
arrostire a fuoco lento all’Inferno. Stronzi cammellieri con l’asciugamano
in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi.” (La 25° ora)
17. “Qualcuno doveva pagare. Qualcuno deve
sempre pagare! E’ uno degli assiomi della vita. E’ questa l’origine
spontanea della rabbia.” (Un bicchiere di rabbia)
18. “Chi finisce a comandare, novanta volte
su cento non sa una minchia della vita. Crescono con la cameriera in casa,
il padre gli apre il conto corrente. Sono dei pezzi di merda? I ricchi sono
solo degli stronzi e basta. A dodici anni non avevo voglia di studiare. Mio
padre mi ha detto: “E allora va’ a lavorare” e io ci sono andato. Però
voglio dire una cosa. Un ragazzino di dodici anni che non ha voglia di fare
un cazzo e che
non è un figlio di un terrone che lavora alle
presse ma magari che ne so, da un avvocato,
da un dottore, ci va a fare il meccanico? Fa il
cameriere? Te lo dico io che fine fa il ragazzino con i soldi. Il padre lo
parcheggia in una scuola privata, aspetta che si dà una calmata, e alla fine
mentre io sono qui a parlare con voi che non ci capite una minchia, il
figlio del dottore o ha uno studio medico o è primario da qualche parte.”
(Ruggine)
BASTARDI
DENTRO
19. “Auguro a voi e ai vostri parenti una
morta lenta e dolorosa.” (Il gioiellino)
20. “Avete
ragione Cardi, sono un tossicomane, uno scialacquatore, un giocatore,
un dissoluto, Tutto vero. Soprattutto sono un
attore e questa è forse la cosa peggiore. Io incarno le fantasie degli
altri, rappresento tutto quello che vorrebbero fare e non osano. Per questo
mi rifilano sempre la parte del cattivo. E allora visto che mi vedete così,
io il cattivo lo faccio sul serio, lo faccio nella vita. Da dieci anni sto
girando un film si intitola Sangue pazzo, un modo di dire siciliano,
probabilmente non lo finirò mai, Che cos’è Sangue pazzo? E’ la mia merda,
proprio così, la
merda, il sangue, i soldi, il sesso, quello che
vogliano nascondere, quello che non vogliamo sapere, quello che i
nostri filmetti, prudenti e conformisti, non
mostrano mai. C’è chi vorrebbe essere un eroe, come il nostro caro Duce, chi
vorrebbe essere un galantuomo, come voi Cardi che amate Luisa ma la spiate
dal buco della serratura. I tipi come me provano una strana, deliziosa
voluttà nel degradarsi, nello sprofondare, nel trasformare tutto, per
l’appunto, in merda. Eccomi qua.” (Sangue pazzo)
21. “Lei crede di essere frocio? Sa che
cosa le dico? Siamo tutti froci. Lei crede di essere
un ladro? Chi se ne frega!. Se ha il problema
di una moralità piccolo-borghese, se ne liberi. Fa le corna a sua moglie? E
allora? Niente rimorsi. Si scopa le ragazzine? Segno che le piace. C’è una
morale assoluta? Forse. E che cosa cambia. Se lei crede che c’è, allora
l’abbracci fino in fondo. I cattivi vanno all’inferno? Io non ci credo. Ci
crede? Allora agisca da credente. L’inferno è qui sulla terra? Si.”
(Americani)
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