Fratelli d’Itala e di pellicole
Che il cinema italiano viva
di sempre più nuova linfa lo testimoniano le uscite in sala di tre pellicole
dirette da alcuni dei registi più cari al pubblico italiano. Il prossimo weekend
sarà la volta de “Gli Amici del Bar Margherita” di Pupi Avati. Dopo il
consenso di pubblico e di critica raccolto dal suo sofferto e malinconico “Il
papà di Giovanna” all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il regista
bolognese cambia totalmente registro e lasciandosi cullare dal fascino della
memoria e del “tempo perduto” ripercorre, in maniera ironica e goliardica, le
tappe della propria giovinezza lasciando che l’esordiente Pier Paolo Zizzi vesta
i panni di Taddeo, detto Coso, un adolescente desideroso di entrare a far parte
del manipolo di “maschilisti” (interpretati da Diego Abatantuono, Luigi Lo
Cascio, Neri Marcorè Fabio De Luigi e Gianni Cavina) che frequentano il bar
Margherita. Un film corale che vede scorrere sullo schermo alcuni dei personaggi
grotteschi, romantici, ingenui e sentimentali che popolavano
Con il suo “Tutta Colpa
di Giuda - Una Commedia con Musica”, in sala il 10 aprile, Davide Ferrario
cerca di rinverdire i fasti del suo delicato e sognante “Dopo mezzanotte”.
La pellicola vede come protagonista la magnetica e sensuale, Katia Smutniak, nei
panni di Irene, una regista teatrale d’avanguardia che accetta di mettere in
scena in carcere un dramma sulla Passione di Cristo con un gruppo di venti
detenuti. Dopo mille intoppi, superate le resistenze di suor Bonaria (Luciana
Littizzetto) tutto sembra filar liscio ma il progetto s’incaglia definitivamente
su un punto; nessun detenuto vuol interpretare il ruolo di Giuda Iscariota, un
personaggio che evoca in loro remoti fantasmi, antichi pregiudizi ed
insormontabili resistenze. Grazie alla creatività di Irene, lo spettacolo,
“rivisitato e corretto” verrà messo in scena con grande successo dagli stessi
detenuti. Il 17 aprile sarà, infine, in sala l’attesissimo “Questione di
cuore” di Francesca Archibugi, regista che ama lo stile pulito sobrio e
misurato ma che, a furia di smussare e levigare, finisce per tenere troppo al
bavaglio le emozioni. Il suo film, tratto liberamente dall’omonimo romanzo di
Umberto Contarello, ricalca il clima di “Uno su due”, pellicola diretta
nel 2006 da Eugenio Cappuccio e narra le vicende di un carrozziere di borgata
(Antonio Albanese) e di uno scrittore (Kim Rossi Stuart), due pazienti
post-infartuati, ricoverati nella stessa stanza di degenza. Come prevedibile,
scatteranno tra loro amicizia e solidarietà, affetti e comprensioni. A
completare il cast Paolo Villaggio, Micaela Ramazzotti e Francesca Inaudi.
Articolo pubblicato su "Epolis"-
31-3-2009