L’ombra oscura degli anni di piombo
Aspettavamo il suo “Pericle
il nero”, trasposizione sul grande schermo del fortunato (e forse troppo
sopravvalutato) romanzo di Ferrandino. Un po’ a sorpresa scopriamo, invece, che
Francesco Patierno, reduce dal lusinghiero successo di “Pater familias” si
appresta a girare un film ispirato ai due terroristi neri Giusva Fioravanti e
Francesca Mambro. E giù le polemiche. Ad insorgere Paolo Bolognesi,
presidente dell’associazione “Vittime della strage della stazione di Bologna del
“Il progetto è nato da
un’idea del produttore Claudio Bonivento che aveva ottenuto i diritti di un
libro di Piero Corsini (il vice di Minoli) un volume ricco di documentazione
sulle vicende oscure di quei tempi. Non amo fare polemiche, anzi rispetto chi è
stato colpito da un dolore così grosso. Confesso che all’inizio, quando mi fu
proposto di interessarmi a questo progetto, la mia prima reazione fu quella di
un netto ed istintivo rifiuto. Poi man mano mi sono documentato sulla vicenda e
ne sono rimasto affascinato e dopo due mesi ho iniziato a scrivere la
sceneggiatura. Il mio film non sarà una fiction, né vuole essere una storia di
fantapolitica, né una sterile ricostruzione storica di quei tempi ma vuole
essere una storia emozionante. Caratterialmente ho la fortuna di non essere
dominato dall’ideologia ma vai a leggere e scopri che
Patierno non è un ideologo,
né vuole proporsi come uno storico che possa rileggere correttamente quei
violenti e cupi “anni di piombo”. Lui ama le grandi storie, fatte di passioni
che covano sotto la cenere e che deflagrano, poi impazzite, all’improvviso.
(Forse) non lo dice apertamente ma lo lascia intendere tra le righe; le vicende
di Fioravanti e di Mambro lo affascinano perché sono pur sempre storie di due “loser”
e si sa, il cinema si nutre proprio di queste trame di confine, di questi
itinerari inesplorati. Chi conosce Patierno, del resto lo sa. Il cinema che
impagina da anni non è quello agiografico, catalogato o di maniera, né quello
laccato e caramellato che potrebbe piacere al sistema. Nei panni di
Giusva Fioravanti, Giorgio Pasotti, già fenomeno di culto e simbolo della nuova
generazione di attori italiani e che si appresta ad interpretare un altro ruolo
“difficile” dopo l’interessante prova in “Dopo mezzanotte” di Davide Ferrario ed
il recente “Volevo solo dormirle addosso” di Eugenio Cappuccio. “Pasotti
è un attore molto coraggioso e gli va di accettare i ruoli “scomodi”. E’ stato
lui che dopo aver visto “Pater familias” mi ha chiamato e si è proposto di
lavorare con me. Del resto, credo che non molti altri attori avrebbero avuto il
coraggio di interpretare questa parte.” Nella parte di Francesca Mambro, la
“velina” del film “Ricordati di me” di Muccino, Nicoletta Romanoff.
L’inizio delle riprese è previsto per il prossimo febbraio.
L’Articolo - Redazione napoletana del "L'Unità" - 29-10-2004