Intervista a Francesco Patierno
Francesco Paterno, napoletano doc, nel 2003 gira “Pater familias”, una pellicola dal grosso impatto emotivo, tratta dal romanzo di Massimo Cacciapuoti e la presenta al Festival di Berlino. Ambientata a Casoria, la pellicola narra di un gruppo di adolescenti “dannati” e senza speranza. Sullo sfondo, il degrado delle periferie urbane, ma soprattutto lo squallore delle relazioni affettive e familiari di questi emarginati “brutti, sporchi e cattivi”; padri che sputano in faccia alle figlie, mogli trattate come bestie da mariti perennemente in calore, adolescenti che danno sfogo alla loro più bassa istintualità. Nonostante il film sconti dei grossi limiti, “Pater familias” è una pellicola che non può lasciare indifferente lo spettatore. La si può amare o la si può odiare ma merita, in ogni caso un’attenta visione. Ieri al “Fresko Film” di Portici, il regista ha presentato “Black-stage”, il back-stage tratto dal film.
“Il titolo ha un retroscena curioso e drammatico. Eravamo tra il maggio ed il giugno del 2002 su un cavalcavia dell’Autostrada e stavamo girando delle scene. In quel momento ci fu un tragico incidente; un autocarro perse un bullone ed una donna che era in auto morì. Prima che fosse chiarita la dinamica dell’incidente, ci fu chi ritenne che noi potevamo essere i responsabili della tragedia. Ci ritrovammo accerchiati dalla polizia che ci intimò di interrompere le riprese e ci portò tutti in Questura. Fu allora che quando ci chiesero cosa stavamo facendo, qualcuno capì che stavamo girando il “black-stage” del film. Da allora, questo nome ci piacque e lo lasciammo anche perché rimandava, in qualche modo, all’atmosfera “nera” del film. L’idea non era quella di girare il solito back-stage con quelle scenette dietro le quinte per lo più divertenti e piene zeppe degli errori degli attori. Volevamo restituire un’atmosfera, senza fronzoli e mostrare agli spettatori quel clima che si era creato sul set. Con gli attori ci è stato un rapporto molto creativo. La sceneggiatura era molto forte ma parlava di eventi reali. E molte volte sono stati gli stessi attori che ci offrivano dei suggerimenti, dal momento che, nella loro vita avevano assistito a dei furti d’auto e a delle rapine. C’è stato addirittura un attore che ci ha raccontato una sua esperienza sconvolgente che aveva avuto quando era ancora bambino. Era in una bisca ed un signore, mezzo ubriaco, giocando alla roulette russa, gli puntò la pistola, con un solo colpo in canna, alla tempia. Il colpo non esplose. L’uomo, successivamente rivolse l’arma verso se stesso e ci rimase secco. Il ragazzino aveva dieci anni ed aveva visto come moriva un uomo.”
La prossima pellicola di Patierno sarà anch’essa tratta da un altro romanzo “maledetto”: “Pericle il nero” di Giuseppe Ferrandino.
“Il film è pronto, sceneggiatura e tutto il resto. Aspettiamo solo di partire. Il ruolo del protagonista sarà affidato a Pietro Taricone, un personaggio molto ingrassato e trasformato rispetto a quello che si era visto nel Grande Fratello. Sarà girato tra Napoli e Pescara e come il precedente sarà un film molto difficile perché nel libro c’è una voce narrante che era difficile renderla cinematograficamente. Ho voluto per questo non ricorre al classico espediente della voce fuori campo.”
L'Articolo- Redazione
napoletana del "L'Unità" - 28-7-2004