Intervista a Giorgio Pasotti

 

Il suo nuovo film “L’aria salata” è un opera prima molto intensa, diretta in maniera asciutta e decisa dal giovanissimo Angelici, un regista di talento che ha scelto un tema difficile (il rapporto padre e figlio all'interno di un carcere) che lavorato a sottrarre e che ha puntato tutto sugli sguardi dei protagonisti. Un film "spiato", con la macchina da presa che sta addosso ai protagonisti, sul perdono, per una giustizia riconciliativa e non punitiva,, con qualche piccolo neo; un finale prevedibile, il personaggio di Sparti (interpretato da un immenso Giorgio Colangeli) dipinto in maniera un po' troppo eroica e romantica e con uno "svelamento" che avviene un po' troppo precocemente. La pellicola ha un ritmo serrato, volutamente privo di sottostorie e concentrato tutto sul rapporto tra padre e figlio, interpretato da un sempre più convincente Giorgio Pasotti.

Vuoi parlami di questa tua nuova esperienza

 

Ho tenuto a battesimo Gabriele Muccino interpretando “Ecco fatto”. Mi fa piacere che questa volta sia il turno di Alessandro perché è bello affidarsi ad un esordiente.  Il mio ruolo è molto intenso. Ho scelto di interpretare questo ruolo leggendo solo trenta pagine del soggetto che avevano buttato giù Angelini e Carboni e mi sono accorto immediatamente che non era né banale, né scontato, che non c’erano sbavature ma che era rigoroso e non sembrava scritto da  due trentacinquenni. "

 

Come scegli i ruoli che devi interpretare?

 

"Potrei dire di pancia. Qualche volta è la storia che mi attira, come è avvenuto per il soggetto di questo film. Altre volte è l’idea di lavorare con un regista  o con un determinato gruppo di attori. Ho il privilegio di fare questo lavoro per amore e non per la carriera."

 

I tuoi rapporti con Napoli?

 

"Sono sempre stati molto particolari e potrei dirti che non sono mai neppure iniziati. Con Francesco Paterno, il regista di “Pater familias” avevamo in mente di fare “Pericle il nero” ma poi il progetto è saltato. Poi dovevamo partire con la storia di Mambro e Fioravanti ed ha avuta la stessa sorte. Infine, doveva partire “Libri e cazzotti” un film sulla vita di Tullio Pironti ed anche questo è naufragato. C’è un altro un progetto ma non ne parliamo… "

 

Quali sono  i tuoi nuovi impegni?

 

"Ho appena finito di girare una commedia che uscirà in primavera e che si chiama “Voce del verbo amare”, diretta da Andrea Manni, su un soggetto di Maurizio Costanzo. E’ la storia di una coppia che è sposata da tredici anni ed hanno due figli. La mia compagna sul set è Stefania Rocca ed è ambientato in una Roma calda e romantica. Io non mi reputo un attore comico ed ho cercato di supplire con lo studio quelli che vengono definiti i “tempi comici”. Amo le sfide nuove e mi divertivo sperimentarmi in questo nuovo ruolo. L’unico progetto che posso dire di seguire è quello di non ripetere mai lo stesso personaggio ma di spaziare e di allontanarmi da quello che sono io."

 

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