La pantera rosa di Shwan Levi

 

Finale di calcio, stadio strapieno, fans in delirio. Yves Gluant, il coach della nazionale francese è trafitto al collo da un dardo avvelenato ed il suo anello, nel quale è incastonato la preziosissima pietra la “pantera rosa”, sparisce nel nulla. Per dipanare la misteriosa vicenda l’ispettore capo Dreyfuss affida il delicato incarico all’ispettore Clouseau che, grazie all’aiuto del fido Ponton e della dolce Nicole, smaschererà l’assassino. Nell’era postmoderna dove trionfano serialità e contaminazioni è impossibile essere originali. Levy non fa eccezione alla regola e prova a rimpolpare le fila di quella comicità demenziale che, seppure fa sfracelli al botteghino, regala agli spettatori solo timidi sbadigli e qualche tiepido sorriso. Peter Sellers è inimitabile ma Steve Martin merita l’onore delle armi. Shawn Levy  non è Blake Edwards ma riesce a confezionare qualche gags prevedibile ma divertente. Il pregio maggiore del film è però nei titoli di testa, dove compare l’amatissima pantera disegnata da Fritz Freleng e si ri-ascolta la deliziosa musichetta composta da Henri Mancini.

 

Da Segno Cinema – Numero 141 – Settembre – Ottobre 2006

 

 

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