Convegno “Suicidi e suicidi” all’OPG di
Aversa
E’ diventato uno degli
appuntamenti culturali più rappresentativi del panorama psichiatrico nazionale
il Convegno che si svolge regolarmente da undici anni presso l’Ospedale
Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Dopo aver proposto temi dolorosi e scottanti
come quello dei “Delitti in famiglia”, de “I deliri”, e delle “Simulazioni e
dissimulazioni”, quest’anno il dottor Adolfo Ferraro, direttore della struttura,
ha voluto affrontare in “Suicidi e suicidi” quello devastante delle gravi spinte
autolesionistiche all’interno di una struttura penitenziaria. Una scelta
sofferta e meditata scaturita, non a caso, dopo che l’OPG era stato al centro di
polemiche per i tre giovani detenuti ricoverati che si erano suicidati nel giro
di un anno. E’ lo stesso Ferraro che sottolinea i motivi culturali che lo hanno
spinto ad approfondire questo tema: “Ho chiesto a psichiatri, criminologi,
filosofi, biologi di analizzare una problematica così delicata e complessa anche
per permettere all’intera struttura di elaborare una via d’uscita per quelle
morti che ci hanno toccato emotivamente. Lo scopo è quello di ricercare insieme
una risposta che possa aiutarci a comprendere gli eventuali segnali che
anticipano il gesto suicidario all’interno di un istituzione. In questo ultimo
anno ho più volte denunciato, anche nel corso del TG2 Dossier, i motivi
che hanno spinto i tre detenuti a mettere in atto questo gesto estremo. Tutti
avevano scontato la pena ed aspettavano che il giudice autorizzasse la loro
dimissione ma le strutture psichiatriche che dovevano accoglierli non avevano
nessuna disponibilità ed io non ero abilitato a dimetterli. Ho sollecitato più
volte le stesse strutture a trovare delle soluzioni alternative ma questi
giovani detenuti, tra i ventotto ed i quaranta anni, diagnosticati come
schizofrenici che dovevano ritornare nelle loro regioni d’origine, avendo colto
l’immobilità della situazione, sono crollati emotivamente. In realtà quello del
suicidio è un elevato fattore di rischio di tutti gli istituti di pena; non a
caso negli ultimi tre mesi al Carcere di Secondigliano si sono tolti la vita due
detenuti.” Al di là degli aspetti teorici legati alle dinamiche intrapsichiche,
relazionali e sociali che sottendono una scelta così autodistruttiva come quella
del suicido, il Convegno permette di puntare i riflettori mediatici su una
struttura come l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa che rischia di
scoppiare perché ospita attualmente trecento detenuti, il doppio di quello
previsto, e che è sul punto di collassarsi ulteriormente perché ben ventitre
detenuti hanno scontato la pena e sono in attesa di una autorizzazione del
giudice per essere dimessi ma probabilmente nessuna struttura psichiatrica potrà
accoglierli in futuro. Il Convegno si apre il 15 pomeriggio e prosegue per
l’intera giornata del 16 fino alla mattina del 17. Tra i diversi
interventi da segnalare quelli dei professori Francesco Bruno, Massimo Picozzi,
Aldo Masullo, Romolo Rossi.
Articolo pubblicato su "Il Napoli - Epolis" - 15-11-2007