Crimini e delitti passionali OPG Aversa
Chi non ricorda le vicende
di Assunta Spina, l’eroina del
romanzo di Salvatore Di Giacomo e quelle non meno tragiche dell’infelice
protagonista de Il marchese di
Roccaverdina? Generalmente, chi uccide per amore, è un soggetto disperato
che ha idealizzato fortemente l’oggetto amato fino a fargli perdere i connotati
concreti e reali. Come è noto, il termine “passione”
deriva dal greco “pascheia” e dal latino “pati”, “soffrire, patire” e chi si
macchia di un delitto passionale rimane vittima di cortocircuiti mentali
che lo spingono, erroneamente,
a pensare che l’oggetto amato voglia punirlo, allontanandosi da
lui. Il più delle volte, più che rimarginare ferite ed estinguere la sete di
vendetta, il delitto acuisce solo il senso si solitudine e di frustrazione del
reo che, quando raggiunge la consapevolezza di sentirsi separato, per sempre,
dall’amato/odiato oggetto d’amore, sceglie spesso la via del suicidio o
dell’autodistruzione.
Sull’intrigante, oscuro ed
affascinante tema “Crimini e passioni”, si terrà ad Aversa, presso il Castello
Aragonese, dal 5,6, 7 novembre il XIII° Convegno Nazionale di Studi SIFPP
organizzato dal dottor Adolfo Ferraro, psichiatra e Direttore Sanitario
dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, impegnato a anni a trasformare
un “non luogo” come l’OPG in uno spazio culturale dove poter produrre ricerca,
studio e sperimentazione.
“E’ il tredicesimo convegno che organizzo all’OPG”, afferma soddisfatto Adolfo Ferraro. “Quest’anno, anche su suggerimento del professor Romolo Rossi, si è pensato di proporre il tema legato ai delitti passionali. L’idea che ci stuzzicava era quella di approfondire gli aspetti legati a quelle passioni non corrisposte che superano certi limiti fino a diventare patologiche e che si traducono poi in crimini e delitti. Pur non essendo di per sé la passione una condizione psicopatologica, nel momento in cui si travalicano specifici limiti, i comportamenti influenzati da essa diventano patologici e spesso diventano reati. Può quindi uno stato emotivo che appartiene all’individuo e che spesso necessita nelle quotidiane azioni, trasformarsi in malattia?”
Giancarlo Nivoli, Eugenio
Aguglia, Ugo Fornari, Vittorio Volterra, Giuseppe Sartori, Massimo Picozzi ed
altri professori universitari, invitati da tutt’Italia, proveranno a
scandagliare l’animo umano e ad approfondire il tema così affascinante ed
intrigante legato alla passione patologica.
“Al fianco di queste storie
così fortemente passionali, ricorda Adolfo Ferraro, non vanno dimenticate quelle
di qualche poveraccio che ha diretto la propria passione su altri lidi. Penso a
quel paziente con velleità artistiche, ricoverato presso l’OPG, che ha cullato
per tutta la vita la speranza di poter pubblicare un romanzo. In cambio di
soldi, una donna gli lascia balenare la possibilità di realizzare il suo sogno.
Ma quando l’uomo scopre di essere stato vittima di un raggiro, non può che non
mettere in atto la sua vendetta rabbiosa ed incontrollata”.
Articolo pubblicato su Epolis 6-11-2009