L’occhio dietro la parete

di Giuliano Petrelli con Fernando Rey , John Philip Law, Olga Bisera, Josè Quaglio– Italia – 1977 – Durata 90’ – V.M 18

 

In seguito ad un incidente automobilistico che ha provocato anche la morte del figlio, Paolo (Fernando Rey) scrittore di una certa età è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Per trovare ispirazione per i propri romanzi ha allestito delle apparecchiature audiovisive con le quali spia da tempo gli inquilini dell’appartamento confinante che si alternano nel tempo. L’ultimo della lista è Arturo (John Philip Law) un tipo solitario che ciondola pigramente per casa e si tiene in forma facendo ginnastica mezzo nudo e non disdegna di  rimorchiare sconosciuti e di  portarseli a letto.  Per poter carpire ogni suo più recondito segreto, Paolo spinge sua figlia Olga (Olga Bisera) ad adescarlo; inizialmente lei recalcitra e prova a resistere alle malsane richieste del genitore ma poi cede e finisce inevitabilmente, per innamorarsi del vicino, con cui finisce a letto, sotto lo sguardo vigile, ma turbato di Paolo. Immancabile il finale tragico.

“Voglio guardare con il microscopio un mio contemporaneo e mettere a fuoco i suoi problemi” è la motivazione che Paolo adotta per convincere Olga a fargli da complice. Ad arricchire l’atmosfera malsana che circola in casa Ottavio (José Quaglio), il servitore guardone, segretamente innamorato di Olga e qualche timido accenno alla relazione incestuosa tra padre e figlia. Il film non scivola nell’erotico, non raggiunge l’intensità del dramma, non intriga come un thriller e diviene una sorta di incolore elogio del voyeurismo.

Il finale scialbo non riscatta una pellicola deludente; Arturo ed Olga muoiono per mano

 del vendicativo Paolo. Vedere Fernando Rey, icona del cinema di Luis Bunuel comparire in questo film infonde solo una profonda tristezza e ti accorcia la vita.

 

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