Nudo di donna
di Nino Manfredi con Nino Manfredi, Eleonora Giorgi, Jean Pierre Cassel, Carlo
Bagno -
Italia – 1981 – Durata
Sandro (Nino Manfredi) una persona
saccente e superficiale, sposato da sedici anni con Laura (Eleonora Giorgi) una
giovane e dinamica antiquaria di Venezia, trascorre le giornate senza lavorare,
ciondolando stancamente per il negozio della moglie. Giovanni (Carlo Bagno)
l’anziano commesso, dopo avergli rinfacciato di essere uno scansafatiche e di
vivere a sbafo, gli mostra un antico volume, molto caro a Laura, con alcune
incisioni a sfondo erotico e gli accenna ad una vicenda riportata da Giovenale;
non appena l’imperatore Claudio s’addormentava la moglie abbandonava il palazzo,
raggiungeva il postribolo dove, assunta un’altra identità, si concedeva a
pagamento ai clienti. Sandro sembra molto turbato da questa storia e dopo
l’ennesimo litigio con Laura chiede ospitalità a Zanetto (Georges Wilson) un
amico architetto che gli mostra l’atelier di Pireddu (Jean Pierre Cassel) un
rinomato fotografo dove campeggia un sensuale nudo di donna che, pur non
mostrando il volto della modella, sembra inequivocabilmente quello di Laura.
Nella mente di Sandro si fa strada l’ipotesi che la moglie conduca una doppia
vita e, dopo aver seguito qualche traccia, s’imbatte in Rirì, una prostituta
eccentrica e spigliata, eguale a Laura come una goccia d’acqua. Sandro intuisce
che Rirì non è sua moglie e fugato ogni dubbio ritorna ad essere nuovamente
sereno e spensierato. Ma alcune fortuite circostanze rimettono in moto i suoi
sospetti che non verranno spazzati via completamente nemmeno nello stanco
finale.
Manfredi prova ad ammantare la pellicola
di un vago sapore di mistero e l’ambienta a Venezia in pieno Carnevale ma il
risultato è egualmente scadente. Nonostante i dubbi la gelosia di Sandro non
esplode mai fino in fondo, non assume i contorni di un vero e proprio delirio e,
sin dalle prime battute, si intuisce che l’idea della doppia vita di Laura non è
reale solo il frutto di una malsana fantasia del protagonista. Nel corso del
film il Zanetto, un amico di Sandro, dopo aver ascoltato i suoi dubbi sui
presunti tradimenti della moglie, lo rassicura e gli dice:
“Per me è chiaro. Lei si è innamorato di
questa Rirì. e dice che questa Rirì e sua moglie si
somigliano. Secondo me si tratta solo di una vaga somiglianza; il resto
ce l’ha aggiunto lei. Lei ha creato l’identificazione tra sua moglie e questa
signorina Rirì, esperta in amore mercenario che le ha fatto superare il suo
blocco sessuale. Nei momenti difficili solo l’immaginazione può aiutare a
vivere. Diciamo un’allucinazione. Di solito la fa scomparire. Essa è come un
segreto, sciolto il qual non rimane più nulla. In psicopatologia sapere è
guarire. Le dispiace? ” Nel corso del film il regista prova inutilmente a
mischiare le carte ma il suo tentativo di rendere la vicenda torbida ed
inquietante fallisce miseramente.
Il film inizialmente fu diretto da Franco Brusati ma dopo i contrasti avuti con
Manfredi, fu girato dallo stesso attore. Da un racconto di Paolo Levi.