Nomads
di John McTiernan con Lesley-Anne
Down, Pierce Brosnan,
Nel pronto soccorso di un
ospedale di Los Angeles è ricoverato in preda ad un grave stato d’agitazione
Jean Charles Pommier (Pierce Brosnan) un antropologo americano.
La dottoressa Eileen Flax (Lesley-Anne Down) giovane neurologa cerca
di tranquillizzarlo ma l’uomo, ricoperto da numerose ferite, dopo averle
pronunciato all’orecchio un’oscura frase in francese, la morde ed esala l’ultimo
respiro. Da quel momento la dottoressa vaga come un ombra per le corsie del
reparto, sempre più pallida ed in preda ad un alterato stato di coscienza, scava
nel passato dell’uomo e, dopo aver contattato sua moglie Niki (
Opera prima del regista che impagina una pellicola inquieta ed intrigante. Pur lambendo il tema del vampirismo e del fantasy, si tiene alla larga dall’horror e punta a mostrare gli incubi e le allucinazioni di cui è affetta la confusa protagonista. La vicenda mostra delle falle in sede di sceneggiatura e lo svelamento del mistero avviene, frettolosamente, nel corso di un’anonima telefonata:“Si tratta di una leggenda dei nomadi del deserto e che vivano in una distesa di sabbia o di ghiaccio per loro non fa nessuna differenza. A quanto pare gli esquimesi vivono vagando Pare che siano degli spiriti selvaggi capaci di assumere sembianze umane. Abitano dei posti dove sono successe delle disgrazie e rendono pazzo qualunque essere umano entri in contatto con loro.” L’idea che dei giovani teppisti siano la personificazione di spiriti nomadi è intrigante quanto surreale ma è tradotta in maniera insufficiente sullo schermo. Una fastidiosa colonna sonora rende meno appetibile la pellicola.