Negli occhi
“E se non ho il diritto di definirmi
apolide, posso dirmi napolide, uno che si è raschiato dal corpo l’origine, per
consegnarsi al mondo”. Così si descriveva Erri De Luca, nel suo omonimo
romanzo e questa sua abbagliante auto-definizione la potremmo, senza esitazione
alcuna, dedicarla a Vittorio Mezzogiorno. Attore dotato di una naturalezza ed
intensità istintuale senza eguali nel panorama italiano, Vittorio Mezzogiorno,
muove i primi passi sul palcoscenico con Eduardo De Filippo e, dopo essere stato
diretto da Rosi,
Bellocchio, Lizzani,
Montaldo e Giordana, raggiunge la notorietà con “
“Non è stata un’operazione facile”, afferma raggiante, la stessa Giovanna Mezzogiorno. “Le ore girate erano tantissime e ci è voluto un anno di lavoro per costruire un percorso narrativo che non fosse un collage casuale. Non l’ho fatto a fini terapeutici e non ho conti da saldare nei confronti di mio padre. Non è solo la storia di un collega, di un padre ma è la parabola di un uomo venuto dal nulla che aveva una gran voglia di andare oltre e che era alla costante ricerca di nuovi stimoli. Artisticamente, mio padre non si muoveva secondo calcoli ma ha costruito il proprio successo sulla fatica. In un epoca nella quale raggiungere la notorietà è più facile che in passato, vorrei, senza superbia, che la sua esistenza fosse presa come una lezione di vita”
Tra foto di repertorio, aneddoti, interviste ad amici, familiari ed a sua moglie, la dolcissima Cecilia Sacchi che gli fu sempre vicino, nel film compaiono Mario Martone, Gianni Minà, Michele Placido, Francesco Rosi ed un commosso Giuliano Montaldo.
“Non sapevo quanto mio padre
fosse profondamente amato, non mi ero reso conto di quanto avesse marcato le
vite delle persone che aveva incontrato, che non mi parlavano di lavoro ma della
mancanza di non potersi più confrontare con lui. Non è importante che qualcuno
faccia qualcosa; quello che ho imparato è che, al di là dei film e dei premi
ottenuti, quello che conta è l’energia che propaghiamo e che riusciamo a
seminare intorno a noi.
Articolo pubblicato su EPOLIS 05.11.2009