Una romantica monosala

 

 

Fu l’architetto Spada che lo ristrutturò nel 1977, dotandolo, come nessun  altro cinema a Napoli, di uscite di sicurezze laterali. Situato nel centro storico di Napoli, ad un passo dalla Posta Centrale e dalla Facoltà di Architettura, il Cinema Adriano è con l’Ambasciatori ed il Vittoria, una delle sale tradizionali, a schermo unico, presenti ancora in città. Il proprietario è il signor Mastrorilli Michele, un simpatico ed arzillo vecchietto di sessant’otto anni che così esordisce:

“Facciamo il cinema d’essai sia il lunedì che il martedì a quattro euro al giorno per tutte le quattro programmazioni per dare un segnale a quella fetta di spettatori più impegnato culturalmente e che ama il cinema di qualità. Io non ho mai programmato né cinepanettoni, né altre pellicole altamente commerciali. Il cinema per me è svago ma soprattutto cultura ed un momento d’incontro.”

Mastrorilli non scopre le carte ma è evidente che la programmazione cinematografica della sua sala è strozzata da Luigi Grispello e Luciano Stella i due colossi napoletani;. Per chi come Mastrorilli è fuori dal grande giro non è facile programmare pellicole appetibili e di forte richiamo per il pubblico. Per continuare a mentente in vita la sua sala, non gli resta che programmare pellicole di nicchia, prodotte da case di produzioni minori e riproporre nel cineforum di inizio settimana quei film che ha tenuto banco nelle settimane precedenti nelle altre sale napoletane.

“Anch’io avevo un progetto di trasformare il cinema in una multisala ma poi sono venuti a mancare i fondi e quell’idea è stata dolorosamente riposta in un cassetto. A livello nazionale il  numero di spettatori sembra che sia aumentato, in media del due per cento. Io posso affermare, invece, che a Napoli è diminuito in tutte le sala cinematografiche. In questi ultimi anni sono scomparsi delle sale storiche come l’Alcione, il Santa Lucia, l’Arlecchino, l’Empire. Un tempo al Fiamma, il giovedì e il venerdì, c’erano le anteprime ed andare al cinema era un evento mondano. Le strade la sera si illuminavano fino a mezzanotte ed erano popolate da spettatori e; adesso sono diventate anonime e desolate. “

Mastrorilli appare disilluso e sfiduciato sul futuro delle sale cinematografiche:  

“I giovani adesso si riuniscono a casa, si comprano una pizza e si vedono il film su Sky, proiettati in questi mega televisori al plasma. Le case di produzioni immettono una pellicola sul mercato dell’home video sei mesi  dopo la loro uscita dalle sale. Un tempo un film usciva prima nei cinema di prima visione, poi in quella di seconda ed infine in quella di terza visione. In altre parole viveva di un vita propria. Adesso una pellicola viene smontata dopo un paio di giorni e non ritorna più in una sala. A mio avviso, rispetto ad altre discipline artistiche, il cinema  è già durato troppo.”

Sembrano passati anni luce da quando l’Adriano era una delle sale più eleganti ed affollate della città e pescando nella memoria, commosso ricorda:

“Uno dei giorni che non dimenticherò mai fu quando proiettammo “Il tempo delle mele”. C’erano tante di quelle persone fuori il cinema che desideravano entrare che dovemmo chiudere le saracinesche.   A chi, come il signor Mastrorilli, crede ancora nel romanticismo della sala cinematografica, nel fascino di quel luogo buio dove lo spettatore, rannicchiato in poltrona, può finalmente regredire e lasciarsi cullare dalla magia delle immagini in movimento, non possiamo che augurare di stringere i denti e di non mollare.

 

 

Articolo pubblicato su "Il Napoli - Epolis"- 23-1-2007

 

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