Intervista a Mimmo Calopresti
“Lo sapevi che la Cappella di San Severo è il museo più visitato d’Italia ed
è più visto della Galleria Borghese e degli Uffizi? E’ stato quel luogo magico
che mi ha spinto a girare il corto “Pietà di madre”, tratto dall’omonimo romanzo
di Beatrice Cécaro.” E’ un fiume in piena Mimmo Calopresti, indimenticato
regista de La seconda
volta, La parola amore esiste e
Preferisco il rumore del mare,
ospite della 18° edizione di Capri, Hollywood, ideata da Pascal Vicedomini. La
storia è nota. Nell’ottobre del 1590 il talentuoso musicista di madrigali,
Gesualdo da Venosa uccide, dopo averli colti in flagrante, la bellissima moglie
Maria d’Avalos ed il suo amante Fabrizio Carafa. Come atto di pietà la madre del
giovane ucciso eresse poi la Cappella di San Severo, che ospita il famoso
“Cristo velato”, dove sull'altare maggiore troneggia il dipinto di una madre che ha in
braccio il figlio morente. “Ci sono tanti elementi che mi hanno attirato in
questa storia, prosegue Calopresti. Da un lato c’è la vicenda di una genialità
che diventa miseria, quella di Gesualdo da Venosa, un musicista al tempo
all’avanguardia che, di fronte all’adulterio della moglie, reagisce macchiandosi
di un duplice ed efferato omicidio; dall’altro l’amore,
che non esito a definire punk e moderno, di due giovani che, pur
sapendo di andare incontro alla morte, decidono di vivere fino in
fondo la loro passione, senza freni, né vergogna.” Una storia shakesperiana,
alla Romeo e Giulietta, che ispirò Herzog e che lo stesso Bernardo Bertolucci
provò invano a tradurre sul grande schermo, che secondo il regista “poteva
accadere solo a Napoli, città nella quale possono convivere eccessi e
contraddizioni.” Il corto prodotto da Patrizia Pellegrino e da Stefano Todini, è
musicato tra gli altri da Stefano Bollani ed Enzo Gragnaniello.
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 30-12-2013