Intervista a Michael Radford
Quest’anno Capri,Hollywood compie diciott’anni
e, divenuto maggiorenne, con un occhio guarda al futuro, (l’imminente notte
degli Oscar) ma, con l’altro, mostra anche di avere la forza di interrogarsi sul
proprio passato. Michael Radford, charmen di quest’edizione ed indimenticato
regista de Il postino, non si sottrae
a rievocare, con grande commozione, il rapporto con Massimo Troisi. “Massimo mi
aveva scelto perché Another time, another
place, che avevo diretto nell’83, era il suo film preferito. Da allora ci
frequentammo e cenavamo insieme quando ci incontravamo a Roma o a Londra. Dopo
aver messo a punto il progetto del film, iniziammo le riprese. Lui stava male e
fermammo la produzione dopo soli tre giorni. Lui ci teneva molto a fare il film,
mi telefonò e mi chiese cosa ne pensavo di quello che avevamo girato. Io gli
dissi la verità, che era stato meraviglioso, e lui decise di continuare. Negli
ultimi giorni di lavorazione, per non affaticarlo, gli chiesi di recitare alcune
battute del copione e nessun critico si è mai accorto che avevo sfruttato lo
stesso primo piano del suo volto per diverse scene. Un giorno prima di morire
Massimo sarebbe dovuto volare a Londra; c’era un cuore pronto per lui. Ricordo
ancora oggi l’amaro commento di Philippe Noiret che, alla notizia della sua
morte, mi disse, piangendo: “Tutto quello per un film?” Ripensare alla nostra
scelta di allora? Sarebbe troppo penoso per me.”
Articolo pubblicato su Il Corriere del
Mezzogiorno -28-12-2013