Il margine (La marge)

di Valerian Borowczyk con Silvia Kristel, Joe D’Alessandro, Mireille Audibert, Andrè Falcon - Francia – 1976 -  Durata 95’ - V.M 14

 

Sigismond (Joe D’Alessandro) e Sergine (Mireille Audibert) si sono giurati eterna fedeltà e la loro unione è allietata dalla nascita  del piccolo Elie. Antonin, noto produttore di vini, gli propone di andare a Parigi come rappresentante della sua ditta e Sigismond, girovagando per la capitale, s’imbatte in un quartiere malfamato ed è rapito dalla bellezza e dalla sensualità di Diana (Silvia Kristel) una giovane prostituta. Esplode, inarrestabile, la passione dei sensi ma una lettera della governante gela il cuore ed il sangue di Sigismond; Elie è morto annegato nella piscina e sua moglie Sergine, per il dolore, si è lanciata dall’alto di una torre. Roso dai sensi di colpa, Sigismond si uccide con un colpo di pistola alle tempie.

Film che oscilla tra il dramma e l’erotico ma delude i primi per la leggerezza dei toni ed i secondi per le castigate scene di sesso. La trama è sciatta,  l’intreccio è banale e l’intera vicenda appare totalmente priva di ispirazione. Borowczyk, regista raffinato e dotato di gran mestiere, regala delle scene patinate e caramellose e tocca il fondo quando ci mostra  Sigismondo che abbraccia e bacia in flashback il povero Elie dopo essere stato informato della ferale notizia. Prima del suo inaspettato suicido il regista non regala alcuna riflessione al protagonista e la sua scelta autodistruttiva appare più un espediente narrativo per chiudere la vicenda che il frutto di un macerato struggimento interiore.  Una musica dolciastra in sottofondo pregiudica ancor più l’esito del film. Dal romanzo omonimo di André Pieyre de Mandiargues.

 

 

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