Mangiati vivi

di Umberto Lenzi con Janet Agren, Robert Kerman, Ivan Rassimov, Mel Ferrer, Paola Senatore, Me Me Lai- Italia – 1980 – Durata 94’ – V.M 14

 

Tre uomini sono uccisi con una freccia imbevuta di veleno di cobra da un giovane asiatico che muore poi travolto da un camion. Nelle sue tasche è rinvenuto un filmino in Super 8, girato in Nuova Guinea, dove compare Diana Morris (Paola Senatore) una documentarista misteriosamente scomparsa da mesi che partecipa, con altri adepti della “Setta della Purificazione”, ad un rituale dal sapore mistico officiato dal reverendo Jonas (Ivan Rassimov). Gli investigatori contattano Sheila (Janet Agren) la sorella di Diana che vola in Africa con Mark Butler (Robert Kerman) un ex marine che la guida attraverso la foresta infestata dai cannibali dove vivono i fanatici della setta. Giunti nel piccolo villaggio Sheila scopre che Jonas, pur predicando il ritorno alla natura come unico mezzo per purificarsi dalla civiltà consumistica, ha somministrato di nascosto ai suoi adepti delle droghe. Grazie all’aiuto di una giovane indigena (Me Me Lai) Mark, Sheila e Diana provano a scappare ma, giunti nella foresta s’imbattono in un gruppo di cannibali che divorano Diana. Con un pizzico di fortuna e grazie all’aiuto dei poliziotti accorsi su posto, Mark e Sheila riescono a mettersi in salvo. Vistosi perduto Jonas ordina il suicidio collettivo dei suoi seguaci e scompare nel nulla.

Lenzi affronta la tragica vicenda che culminò con il suicidio di massa in Guyana nel 1978 ma differenza del regista René Cardona Jr, autore nello stesso anno de Il massacro della Guyana, lascia sullo sfondo la figura del reverendo Jones, guru carismatico, fondatore della setta “Tempio del Popolo” e punta decisamente su delle scene indigeste che mostrano i cannibali che si nutrono di carne umana. Lenzi tralascia i motivi che hanno spinto i fedeli a seguire Jonas nella foresta, ci regala qualche danza tribale che rimanda ad una fantomatica ricerca del sacro e della spiritualità, spezzetta la narrazione con delle scene dal taglio quasi documentaristico che mostrano un serpente che divora una piccola scimmia. Da un punto di vista stilistico il film è abbastanza povero e girato in maniera grossolana e dozzinale. Le scene nelle quali compaiono i cannibali, pur rasentando il ridicolo, sono abbastanza truculenti e difficili da digerire.  Nel cast Mel Ferrer nei panni del professor Carter.

 

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