Luce dei miei occhi di
Giuseppe Piccioni -2001
Antonio (Luigi Lo Cascio) lavora come autista per clienti facoltosi nella ditta diretta da Mario (Toni Bertorelli). Incontra Maria (Sandra Ceccarelli), una giovane donna divorziata che gestisce un piccolo negozio di prodotti surgelati e se ne innamora. Lei è sommersa dai debiti, deve dei soldi a Saverio (Silvio Orlando) un losco strozzino e lotta con le proprie forze contro i suoceri che vogliono strapparle Lisa (Barbara Valente), la figlia undicenne. In gran segreto, Antonio propone a Saverio di pagare i debiti di Maria ed in cambio si offre di fargli da autista. Scorazzandolo in giro per la città scopre un mondo di malaffare legato allo sfruttamento degli extracomunitari ed al racket dei falsi permessi di soggiorno. Dopo aver assistito ad un regolamento di conti, Antonio denuncia Saverio, poi sempre più smarrito ed afflitto per l’amore non ricambiato di Maria, finisce per perdere il lavoro e se stesso. Piccioni si muove sempre con passo felpato sullo schermo ed ama proporre storie sospese, dotate di spiazzante e dolorosa umanità. Antonio è un uomo solo, senza amici e per poter reggere una realtà troppo complessa si rifugia in un mondo fantastico dove il suo personaggio preferito è Morgan, un alieno arrivato in missione sulla Terra. Chiuso, timido e taciturno, nel corso del film confessa: “Tutti si aspettavano da me qualcosa di speciale. Davvero a scuola ero bravissimo, però… ma io non so sicuro di voler arrivare da qualche parte.” Maria è descritta, invece, come una donna volitiva, incapace di mettere ordine nella propria vita sentimentale; abbandonata dal marito, quando Lisa aveva solo tre anni, tiene in piedi una sofferta relazione affettiva con un uomo che non la rende felice e che non fa altro che moltiplicarle i tormenti. Antonio prova, invano, a far breccia nel suo cuore ma lei, pur essendo attratta da lui, è così svuotata dentro da non potergli restituire né affetto, né amore. Dopo averci mostrato queste anime prosciugate e (quasi) privi di linfa vitale, il regista ci regala un ultima scena (Antonio che vaga per strada con gli occhi bruciati dalla sofferenza) carica di una poetica liricità. Ipnotica la colonna sonora di Ludovico Einaudi.
Per l'intervista al regista Giuseppe Piccioni, l'antologia della critica e della
critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: "Conversazione
con Giuseppe Piccioni" - 2013 -Falsopiano Editore