“Il loro Natale” di Gaetano Di Vaio

 

 

“E’ tutta colpa di Abel Ferrara”, afferma Gaetano Di Vaio, abbozzando un sorriso sornione. “Mentre eravamo sul set di “Napoli, Napoli, Napoli”, mi disse: “Prendi la camera e gira.” L’ho preso in parola ed ho iniziato a filmare “Il loro Natale”, un film che  narra diverse storie di donne. Questa volta le protagoniste non sono donne recluse ma egualmente legate al carcere perché hanno il marito, il padre o il figlio in carcere.”

Di Vaio è entusiasta del progetto che è adesso é in fase di montaggio. “Non sono donne di camorra. Sono per lo più giovanissime che hanno i mariti in carcere, condannati per furto o per droga.  Volevo mostrare non solo la loro difficile condizione umana ma seguirle nella loro quotidianità; quando accompagnano i bambini a scuola o si rapportano ai loro figli. Quasi tutte vivono in una condizione di povertà e sbarcano il lunario senza chiedere soldi a nessuno, vendendo magliette o granite al limone. Quello che maggiormente mi ha colpito è la speranza che queste giovani donne coltivano; vivere un amore che non hanno mai vissuto, né consumato. Il loro sogno irrealizzabile è  che quando il loro uomo uscirà dal carcere cambierà vita e sarà sempre al loro fianco. Al di là delle loro storie, ricche di sofferenze e di solitudini, mi ha sorpreso la solidarietà che scatta tra loro quando devono muoversi per andare a trovare il marito recluso in un carcere in una località distante da Napoli come Bari o Belluno. Le mogli/figli di carcerati si organizzano e per dividere i costi del viaggio partono insieme in una stessa auto, si raccontano e creano dei legami tra loro. Al di là delle loro storie mi sono rimaste impresse le condizioni disumane che sono costrette ad accettare in silenzio cisieme a mome quelle legate alle interminabili, estenuanti e logoranti file che devono fare fuori i carceri, spesso a partire dalla sera prima del giorno fissato per il colloquio.“Il loro Natale” è interamente prodotto da Gaetano Di Vaio e Pietro Pizzimento per “I figli del Bronx” e si avvale del contributo di Sergio Panariello come aiuto regista, di Giogiò Franchini come montatore e di Alessandra Carchedi come assistente al montaggio. La colonna sonora è arricchita da brani di Enzo Gragnaniello, del primo Nino D’Angelo e di Franco Ricciardi. “E’ un film dedicato alla memoria di mia madre, morta un anno fa ed alla mia ex moglie che per dieci anni mi è stato vicino mentre ero in carcere."

Pubblicato su "Il Corriere del Mezzogiorno" 5-5-2010

 

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