Porterò il mio Tropico di Napoli al cinema

 

Ci sono etichette che ti restano appiccicate addosso per tutta la vita. Il vulcanico e sanguigno Peppe Lanzetta è per tutti il Bukowski napoletano. Tenero, ruvido, rabbioso, generoso, ha sempre alternato la carriera di scrittore a quella di attore. Con la sua faccia irregolare e la sua voce tuonante Lanzetta è diventato negli anni un vero e proprio animale da cinema.

Recentemente hai partecipato alla fiction “Il professore”, diretta da Maurizio Zaccaro ed interpretata da Sergio Castelllitto.Vuoi raccontarci la tua esperienza ?

 

“Dovevo girare una scena con Donatella Finocchiaro, l’attrice siciliana protagonista dell’ultimo film di Bellocchio. Era tutto era pronto ed io dovevo interpretare il ruolo di una persona laida, violenta e feroce. Ciak, azione, si gira  ed io parto, mi scateno e rendo la scena così aderente alla realtà che Donatella si spaventa. E quando i tecnici sul set mi hanno applaudito ho capito il perché; volevano vedere il cinema e non la fiction.”

 

Non ti sembra che nella sua carriera artistica sia stato sotto utilizzato proprio dal cinema italiano?

 

“Il vero problema è che noi non abbiamo un cineasta come Abel Ferrara che ti affida un ruolo come “Il cattivo tenente”. Il prototipo dell’attore italiano è un tranquillo e borghese socialdemocratico. E quando ti chiamano per dei personaggi di un certo spessore devi fare i conti con la follia della distribuzione. Nel 2002 ho interpretato il film “Gli indesiderabili” per la regia di Pasquale Scimeca. La vicenda narrava di tre italo-americani processati nel 1951 che, dopo essere stati bollati come indesiderabili, furono rispediti in Italia. Con me recitavano Marcello Mozzarella protagonista di “Placido Rizzotto”, film diretto dallo stesso regista ed il grande Vincent Gallo. Il film è stato proiettato solo a Roma per un paio di giorni. Da allora mio figlio, per anni, mi ha preso in giro, dicendomi: “Papà in Italia è uscito Opopomoz ed il tuo film no.”

 

Come mai non è stato mai portato sullo schermo uno dei tuoi fortunati romanzi?

 

“Diversi produttori ci hanno provato in passato. Il primo fu Enzo Porcelli che aveva già scelto il regista Massimo Costa per tradurre sullo schermo “Una vita postdatata. Lampi e tuoni dal Bronx napoletano” la mia prima raccolta di racconti scritta nel 1995. L’idea era quella di un film ad episodi, diretti a più mani per la regia di Piscicelli, Capuano ed altri registi napoletani. Il progetto naufragò e dalle ceneri di quel progetto nacque poi “I Vesuviani”. Fu poi la volta di “Figli d un Bronx” per il quale s’interessò il figlio del regista Marcello Fondato ma anche questa volta qualcosa non funzionò. Gaetano, il fratello di Massimo Troisi ed un altro produttore s’interessarono a “Un Messico napoletano” e giunsi anche a parlare con un dirigente Rai di questo nascente progetto.

 

Come mai non se n'è fatto più nulla?

 

"Quando lui mi invitò a tagliare una scena lesbica che c’era nel romanzo, lo salutai e me ne andai via su due piedi. Il progetto però andò avanti egualmente e con Anna Pavignano, la sceneggiatrice di “Ricomincio da tre” e di altri film di Massimo Troisi, arrivammo anche a confezionare lo script del primo tempo. Ci furono poi delle incomprensioni trai i diversi produttori ed anche questo film si arenò. "

 

Ci vuole anticipare se sta bollendo in pentola qualcosa?

 

"Angelo Putrella, sta ultimando la sceneggiatura del mio romanzo “Tropico di Napoli”. Per questioni di scaramanzia non voglio annunciare il nome di chi lo dirigerà ma posso assicurare che siamo in dirittura d’arrivo. Inoltre sto ultimando un nuovo romanzo sulla vita di Gaetano Di Vaio, un ex detenuto, ideatore della rassegna “Filmando Nisida”.

 

Prima di salutarci, mi racconti un altra tua irresistibile esperienza?

 

”Una volta fui invitato ad un incontro con gli studenti all’Università di Fisciano. Una professoressa, dopo aver elogiato il mio “GiugnoPicasso” mi chiese se mi ero ispirato a “I giganti della montagna“. Io la guardai e le dissi: “Ho letto qualcosa di Pirandello ma non so di quali giganti state parlando.”

 

Articolo pubblicato su "Il Napoli - Epolis"- 09 -02-2007