L’allucinante notte
di una baby sitter (Fright)
di Peter
Collinson con Susan George, Honor Blackman, Ian Bennen, John Gregson,
Dennis Waterman -
G.B - 1971 - Durata 91 – V.M 14
Helene Lloyd (Honor Blackman) vuole festeggiare l’avvenuto divorzio dal marito in compagnia del suo compagno e per accudire Sandy, il suo bambino di tre anni chiama Amanda (Susan George) un’esperta baby-sitter. Helene si reca al ristorante ma è inquieta e turbata perché teme che Brian (Ian Bennen) il suo ex marito, già in passato ricoverato in manicomio per le sue tendenze omicide, possa fare del male al piccolo Sandy. Amanda crede di aver intravisto la sagoma di un uomo spuntare da una finestra ma è rassicurata da Chris (Dennis Waterman) il suo fidanzato che le sta tenendo compagnia Helen telefona ad Amanda e le comunica che sta rientrando alla villa perché il dottor Cordell (John Gregson), un psichiatra suo amico, le ha appena rivelato che Brian è fuggito dal manicomio. L’uomo fa irruzione in casa e confondendo Amanda con Helen, prende in ostaggio lei ed il bambino e fa secco Chris. In un finale concitato Amanda riesce a scappare ed a mettere in salvo il bambino e Brian è ucciso da Helen con un colpo di pistola.
Thriller senza storia che non lascia traccia nella memoria dello spettatore. Il regista punta su tutti gli stilemi classici del thriller (l’oscurità della notte che incombe, la villa di campagna di Helen è isolata, un’innocente da proteggere, il folle uscito dal manicomio, una giovane dona da salvare,) ma ciononostante la tensione non sale mai di una tacca e la vicenda girata (quasi) completamente nella villa della protagonista non lascia molto spazio all’immaginazione. Opaca la caratterizzazioni dei personaggi; Amanda è paralizzata dal terrore e non spiaccica quasi una parola e Brain, preso dalle sue farneticazioni, non veste mai veramente i panni del cattivo. Da un punto di vista stilistico il film si riscatta solo quando mostra Brian che allucina Helen nel volto di Amanda e sommerso dalla follia, rapito da un orologio a pendolo, si rivolge ad Helen e le dice: “Odio questo orologio. Ascolta. Rintocca e ti sottrae le vita. E ride di te, lo senti?” . Il titolo originale meno confusivo di quello italiano rafforza l’atmosfera febbrile che si respira nella pellicola.