“La mala educacìon” di Pedro Almodòvar – 2004
Anni Sessanta. In un collegio retto da preti, Ignacio Rodriguez (Gael Garcia Bernal) ed Enrique Goded (Fele Martinez) scoprono la loro “insana” passione. Padre Manolo (Daniel Gimenez Cacho) il direttore del collegio, è innamorato di Ignacio e si frappone ai due ragazzi, mutando, irrimediabilmente, il corso del loro amore. Passano gli anni. Enrique è diventato un regista di successo, Ignacio, autore di una sceneggiatura (“La visita”) sulla sua tormentata infanzia trascorsa al collegio.
Almodòvar non sceglie lo scandalo e gli abusi di Padre Manolo sul piccolo Ignacio sono sullo sfondo. Come nel precedente ”Parla con lei”, inserisce un film nel film ed è proprio la vicenda che si dipana dalla meta-sceneggiatura la parte più convincente e vibrante della trama. Il geniale ed irriverente regista spagnolo, nel corso della narrazione, però poi si perde e affolla la storia di troppi colpi di scena.
Il film è (naturalmente) di eccelsa fattura e non mancano i momenti di grande cinema. Indimenticabile la scena di Ignacio che canta “Torna a Surriento” (che in versione clericale diventa “Giardiniere, giardiniere”). E se ne “Le invasioni barbariche” il vecchio Remy, si masturbava pensando alle gambe di Santa Maria Goretti, Ignacio ed Enrique non gli sono da meno e si eccitano, al cinema, alla vista di due castigatissime suore.
Gli inveterati abusi sui minori da parte del clero, lo sbocciare dell’omosessualità infantile, le sofferte identità sessuali dei protagonisti, sono temi troppo cari al regista che non riesce a mantenere quel distacco e quella leggerezza necessaria per far librare in alto la pellicola.
Gael Garcia Bernal dopo aver interpretato “El Che” ne “I diari della motocicletta”, offre al pubblico una straordinaria prova attoriale passando, con estrema naturalezza, dai panni di Ignacio a quelli del transessuale Zahara. Ottima la prova di Javier Camara, l’indimenticabile Benigno di “Parla con lei”.
Resta, nel complesso, incomprensibile lo scandaloso attacco al film di Almodòvar, partito il 7 ottobre dalle prime pagine de “La Repubblica”. Non c’è da stupirsi; i catto-comunisti sono sempre dietro l’angolo, pronti “vigliaccamente” a colpire chiunque cerchi di abbattere l’omertoso silenzio sui secolari abusi sessuali perpetrati dal clero sull’infanzia.
L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 17-10-2004