Kinsey
di Bill Condon
con Liam Neeson, Laura Linney, John Litgow,
Peter Sarsgaard, Timothy Hutton - USA – 2005 –
Dutata
Vittima di un
padre (John Litgow) predicatore protestante, sessuofobico e bigotto, Alfred
Charles Kinsey (Liam Neeson) abbandona la famiglia per immergersi nei suoi studi
di zoologia. Sposa la tenera e sorridente Clara McMillen
(Laura Linney) e continua a catalogare, per anni, una singola varietà di vespa.
Professore di biologia, scopre che i suoi studenti del college sono imbevuti di
bizzarre ed anacronistiche teorie sul sesso e si inventa, su due piedi, un corso
pilota di sessuologia. Compilando un questionario di 278 domande (“strettamente
confidenziali”) gli studenti confermano le sue teorie: gli adolescenti non
conoscono il proprio corpo, praticano attività autoerotiche, ritengono
innaturale la pratica del sesso orale ed, una piccola fetta di loro, ha alle
spalle delle esperienze omosessuali. Kinsey allarga il campione girando per
l’America, coadiuvato dai suoi assistenti
Clyde Martin (Peter
Sarsgaard) e Paul Gebhard
(Timothy Hutton).
Nel 1948 pubblica i suoi studi
il saggio "Il
comportamento sessuale nel maschio umano" e
diventa famoso. Dopo l’ascesa, l’inarrestabile declino.
Condon
compone un biopic lento e celebrativo ma spolvera uno scienziato che, negli Anni
Quaranta, lottò conto un’America puritana e bigotta. Il regista concede molto
spazio al clima nel quale Kinsey diede inizio alle sue ricerche (la campagna
anticomunista con la caccia alle streghe) e da voce a tutte le accuse che gli
erano state rivolte in quegli anni; un maniaco ossessionato dal sesso, uno
sporcaccione che turbava il candore delle giovani ed immacolate ragazze
americane, un sovversivo che minava alle basi della sacra famiglia degli States.
Kinsey non è Freud ma uno zoologo e, dopo aver raccolto i dati degli
intervistati, si limita a stilare i dati statistici e a descriverli senza
fornire nessuna interpretazione. Nonostante i limiti estetici, il film lascia
intendere come, a distanza di anni, i tabù legati al sesso siano rimasti
praticamente inalterati. Al papà di Kinsey (contrario alla cintura lampo,
foriera di più rapidi approcci tra maschietti e femminucce) la palma della
battuta più divertente del film: “L’adulterio
sfrenato è una causa possibile dei terremoti.” Laura Linney candidata
all’Oscar per la sua interpretazione.
Recensione pubblicata su L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 24-03-2005