“Kinsey ” di Bill Condon – USA (2005)
Dopo le vite romanzate (?) di Alessandro Magno, Howard Hughes, Eleonora Pimentel Fonseca e Ray Charles, arriva sullo schermo quella di Alfred Charles Kinsey. Vittima del padre, un predicatore protestante, sessuofobico e bigotto, Alfred (Liam Neeson) molla la famiglia per immergersi nei suoi studi di zoologia. Sposa la tenera e sorridente Clara (Laura Linney) e continua a catalogare, per anni, una singola varietà di vespa. Divenuto professore di biologia in un college, scopre che i suoi studenti sono imbevuti di bizzarre ed anacronistiche teorie sul sesso e si “inventa”, su due piedi, un corso pilota di sessuologia.
Saranno i suoi stessi studenti che, compilando un questionario di 278 domande (“strettamente confidenziali”) confermeranno le sue teorie: gli adolescenti non conoscono il proprio corpo, praticano attività autoerotiche, ritengono “innaturale” la pratica del sesso orale ed, una piccola fetta di loro, ha alle spalle delle esperienze omosessuali. Kinsey allarga il suo campione, pubblica i suoi studi e diventa famoso. Dopo l’ascesa, l’inarrestabile declino. Sullo sfondo Hoover, la campagna anticomunista e l’immancabile caccia alle streghe. Kinsey non è Freud, e, dopo aver raccolto i dati degli intervistati, essendo uno zoologo, non è in grado di fornire una più ampia interpretazione.
Condon non replica il suo precedente e bellissimo “Demoni e dei” e compone un film lento, scolastico e didascalico ma va elogiato lo stesso per aver ricordato uno scienziato che, negli Anni Quaranta, ha lottato conto un’America puritana e bigotta.
Liam Neeson è il solito attore legnoso, con la faccia perennemente triste e sofferente. Molto più convincenti Laura Linney e John Litgow, nella parte del padre di Kinsey. A lui la palma della battuta più divertente del film: “L’adulterio sfrenato è una causa possibile dei terremoti.”
L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 24-03-2005