Ju Dou
di Zhang Yimou con Gong Li, Li Wei, Bao
Tian Li, Zhang Yi - Cina- 1990 – Durata
Cina. Anni Venti. Ju Dou (Gong Li) una
giovane contadina va in sposa all’anziano Yang Jin-Shan (Li Wei) dispotico e
violento proprietario di una tintoria. Facendo appello alle proprie arti
seduttive conquista Yang Tian Quing (Bao Tian Li) nipote del vecchio e garzone
nella tintoria che, dopo qualche timida resistenza, diventa il suo amante. Dalla
loro storia nasce Yang Jin-Shan (Zhang Yi) un bambino muto dalla nascita che il
vecchio Yang Jin-Shan, ormai paralizzato, crede sia suo figlio. Ju Dou trascorre
le giornate ad accudire ed a servire il marito e, stanca delle continue
umiliazioni, chiede a Yang Tian Quing di ucciderlo. Ma il vecchio muore
accidentalmente mentre sta giocando con il bambino ai bordi di una vasca.
Cresciuto, Yang Jin-Shan, per vendicare l’onore di Yang Jin-Shan, uccide Yang
Tian Quing e lascia che Ju Dou muoia tra le fiamme che lambiscono la tintoria.
Lucidissima prova d’autore di un regista
che con pacati movimenti della macchina da presa, immerge la vicenda in
prolungati silenzi, rende rarefatti i dialoghi e lascia che gli ambienti siano
solo illuminati da lampade e da candele. Sin dalle prime battute si è spinti a
parteggiare per la povera Ju Dou, una donna soggiogata psicologicamente e
maltrattata come una serva dal rabbioso e ruvido marito. Man mano che la vicenda
va avanti la timida e sottomessa Ju Dou affila gli artigli fino a divenire,
giorno dopo giorno, sempre più crudele e malvagia. Ma lei non ha fatto in conti
con il figlio che, vestiti i panni dell’angelo sterminatore, sul finale, lascia
esplodere, inattesa, la propria vendetta. Con
Lanterne rosse e
Sorgo rosso compone la trilogia che
il regista ha dedicato all’avvilente condizione femminile nella società feudale
cinese. Il film fu postprodotto a Tokyo e non fu mai distribuito nella
Repubblica Popolare Cinese. Dal racconto
Fuxi Fuxi di Liu Heng.