Jacknife

di David Jones

con Robert De Niro, Ed Harris, Kathy Baker, Tom Isabell- 102’, USA 1989

 

Joseph Megs, reduce dal Vietnam, bussa alla porta di Dave, un ex commilitone perennemente sbronzo, ed urlando come un matto lo invita ad andare con lui a pesca di trote. Marta la sorella di Dave prova ad arginare lo sconosciuto che riesce a sradicare Dave dal letto ed a portarselo con lui sul fiume. Joseph è una forza della natura e, nei giorni successivi, torna a far visita a Dave che nega di conoscerlo e lo prende per matto. Marta s’invaghisce di Jospeh che ricambia il suo affetto e Dave, sempre più divorato dall’alcol, prova ad opporsi alla loro fragile storia d’amore. Sul finale Jospeh affronta Dave e lo costringe a fare i conti con il doloroso passato che lo tormentava. Dave, Jospeh e Bob erano tre amici inseparabili che combattevano insieme al fronte e Dave affogava nell’alcol i sensi di colpa convinto di aver contribuito alla morte del suo amico Bob, ucciso da un cecchino. (…)

Pellicola che affronta la dolente sofferenza dei reduci di guerra. Il tema non è una novità al cinema e Jones lo affronta partendo da un vertice simile a quello già proposto da Birdy-Le ali della libertà, mettendo al centro la medesima storia: un amico con tutte le proprie forze cerca di aiutare un ex commilitone con la mente ridotta ad un colabrodo a ritrovare se stesso. Rispetto al film di Alan Parker, Jones si tiene lontano dagli psichiatri e dai manicomi ed in luogo di un soggetto in ritiro catatonico ci mostra un uomo che cerca di guarire le cicatrici dell’anima e del corpo in un fiume di whisky. Sin dalle prime battute Dave cerca di dimenticare gli orrori della guerra rimanendo perennemente sbronzo. Solo sul finale il regista ci propone la scena della morte di Bob di cui Dave si sente (erroneamente) responsabile. Per cercare di gettarsi alle spalle i fantasmi della guerra Dave frequenta una terapia di gruppo per ex reduci. Il regista concentra l’attenzione sui tre protagonisti, regalando loro una pulsante umanità: Marta ha sacrificato la vita per accudire, in silenzio ed amorevolmente, i familiari; Jospeh ha provato a gettare alle spalle gli orrori della guerra ma è costretto a tirare avanti sputando sangue su un camion lercio e spompato; Dave non sa darsi pace e cerca se stesso sul fondo di una bottiglia. Il finale è ben dosato e la tensione esplode senza rompere gli argini. (…)

 

 

Stralcio da “Vero come una finzione” Springer Editore – 2009 di Matteo Balestrieri, Stefano Caracciolo, Riccardo Dalle Luche, Paolo Iazzetta, Ignazio Senatore

 

 

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