L’isola di Arturo

di Damiano Damiani con Vanni de Maigret, Reginald Kernan, Key Meers, Luigi Giuliani - Italia – 1962 – Durata 92’ – B/N – V.M 14

 

Orfano di madre, il quindicenne Arturo (Vanni de Maigret) vive a Procida in attesa che  Wilhelm (Reginald Kernan) suo padre, un anarchico donnaiolo, ritorni da uno dei suoi innumerevoli viaggi. Un giorno Wilhelm sbarca sull’isola accompagnato da Nunziata (Key Meers) la sua giovanissima moglie diciassettenne e riparte poco dopo per un altro dei suoi misteriosi viaggi. Nunziata, incinta, sola e senza amici, trascorre le giornate in compagnia di Arturo che ben presto s’innamora di lei. Nunziata da alla luce Carmine e Wilhelm, ritorna sull’isola dopo qualche mese in compagnia di Tonino Stella (Luigi Giuliani) un delinquente dai modi duri e violenti con il quale ha una tormentata relazione amorosa. Arturo si strugge d’amore per la sua matrigna ma sente che non può più rimanere nell’isola. Completamente assorbita dal piccolo Carmine, Nunziata prova, in qualche modo, a tenere vicino a sé il marito.

Pellicola girata in maniera abbastanza piatta e penalizzata dalla scelta della voce fuori campo di Arturo che tappezza insistentemente tutta la narrazione. Damiani dirige il classico film di formazione di un adolescente, solo e senza affetti, precocemente adultizzato che ha vissuto la giovinezza mitizzando la figura di suo padre, un personaggio ambiguo ed egoista, dal cuore di pietra, implicato in loschi e pericolosi affari.  I momenti più teneri del film sono quelli che mostrano Arturto con l’animo in tumulto che, accecato dall’impossibile passione per la matrigna,  tenta il suicidio con dei farmaci e quando con l’avvicinarsi del parto di Nunziata piomba in uno stato di profonda tristezza perché risalgono a galla le sue ataviche paure perché sua madre morì a diciott’anni nel darlo alla luce. Dal romanzo omonimo di Elsa Morante.

 

 

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