Gianluca Farinelli

"Il tuo libro è molto interessante e anche molto divertente...E' un  libro che racconta di un rapporto intimo che hai con il cinema, come racconta Canova nell'introduzione...Il libro è così strabordante della tua passione per il cinema che può essere letto in diversi modi ed usato per mille citazioni. Come sai, di mestiere faccio il direttore di una cineteca e quando penso ai rapporti tra cinema e psicoanalisi penso ad un film che più amo e che è stato salvato grazie ad un Ospedale Psichiatrico...Se oggi è possibile vedere "La passione di Giovanna D'Arco" nella versione integrale di Dreyer è grazie al fatto che negli Anni Venti, una copia di questo film si è salvata perché era conservata in un Ospedale Psichiatrico norvegese...E ti chiedo se tu nascondi qualche film rarissimo...Ritornando al tuo libro, Canova nell'introduzione parla del mistero della cura del cinema...Noi cinefili ci ritroviamo in questa sua affermazione cioè che il cinema ,in qualche misura, ci possa curare dal quotidiano e che in mille occasioni ci siamo rifugiati in una buia sala...Il nostro concittadino Renzo Renzi che ha scritto un libro che si chiama "La sala buia" , ci racconta dell'amore e del disamore per la sala cinematografica...Canova ci dice che, probabilmente, è impossibile spiegare perché il cinema ha su di noi un effetto curativo...A me è venuto in mente uno scritto di Musatti, scritto nel 1950: "Tuttavia un fatto rimane. L'immagine filmica parla con una particolare immediatezza al nostro inconscio. L'inconscio, cioè, possiede una particolare capacità di risonanza di fronte all'immagine filmica. E questo in forza della somiglianza che tali immagini (così come noi le viviamo con il loro carattere di realtà) presentano con le fantasie inconsce." Questo termine risonanza, mi pare particolarmente forte...Vorrei ricordare quello che dice Hugo Von Hofmstal, nel 1921 e parla del cinema come "surrogato del mondo del sogno" e che "grazie al cinema, noi ritroviamo la realtà. Tutte le capacità del nostro subconscio emergono e tutto quello che non riusciamo a vivere nella vita, grazie al cinema che ci avvicina al mondo del sogno, riusciamo a toccarla, ad esprimere quella parte di vita che non riusciremo a viverla." Questa bellissima citazione del 21, mi ricorda un po' quell'affermazione di Hitchcock: "Il cinema è la vita a cui sono stati tolti i momenti noiosi"...

Bologna 5 giugno 2002

                                                                Torna alla Homepage »S Editori (Sette e Corriere della Sera)