Gian Piero Brunetta

 "Io credo che il cinema sia un luogo comune...Credo sia molto utile prendere dalle competenze altrui per utilizzare in tutti i modi possibili il cinema, sia come luogo di storie, d'antropologia, d'incrocio di culture, sia come luogo in cui degli scienziati possano trovare degli elementi che aiutino la comprensione di se stessi e degli altri. Questo libro, credo, sia una ricerca, un modo di far chiarezza dentro un proprio percorso professionale, attraverso il cinema. Il cinema è un luogo di storie..C'è dentro tutto, un mondo di mondi...Prendiamo il cinema italiano da "Roma città aperta" ad oggi; racconta la vita degli italiani, giorno dopo giorno, il più grande diario di vita collettiva...Nel cinema ci trovi i sogni e la realtà...Perciò a me piace andare a parlare di cinema e cibo, cinema e antropologia....Il cinema è un luogo per studiosi "indisciplinati" che non hanno un rispetto estremo per la disciplina. Non c'è bisogno di grande esperienza ma di una grande motivazione ed una grande passione. E questo è fondamentale...Per chi si mette in contatto con la storia del cinema, il valore aggiunto è la tua passione...e questo si vede nel tuo libro. Il difetto del libro è che tu scegli film di una qualità "alta"...Non ci sono film "spazzatura". Se vai nel mercatino dell'usato non ci trovi il grande quadro ma trovi come è fatto l'immaginario collettivo...Molto cinema "trash" italiano racconta più o meglio di alcuni film e mostrano la psicoanalisi, il trauma, la famiglia non in maniera alta ma insegna altrettanto bene...Mi fai venire in mente, ad esempio, nel caso dell'impotenza questo scambio da "La moglie vergine"...Il dottore si rivolge al paziente che è affetto da impotenza e gli dice: " Tu sei sano come un pesce!" E il paziente gli risponde: " Eh, si, il fatto è che il pesce non è sano come me"...Questo mi sembra un modo "terapeutico" di curarsi al cinema...Il cinema mostra anche questo...Il tuo lavoro ci guida nel cinema più alto...Leggendo il tuo libro mi hai fatto venire in mente un'altra cosa...Sai, all'Università ci sono tre tipi di professori: il professore a tempo pieno, a tempo parziale e a tempo perso...Puoi trovare un libro, scritto da Sergio Bertelli, un ottimo storico...dove leggi: "In quel film non ci può essere il gladio perché in quel secolo aveva un'altra forma...Il muro di Babilonia non era alto 45 metri ma 43 e mezzo...." Per me questo è un lavoro a tempo perso...Se fai lo storico devi andare a capire come mai "Star wars" o "Il cacciatore" è entrato nell'immaginario collettivo, come mai dei film hanno lasciato delle tracce? Credo che il lettore ha bisogno di scoprire perché uno scrive un libro...Alla fine è utile aver letto un libro come il tuo semplicemente per il piacere di leggere questa serie di citazioni che ti mettono in moto altre connessioni....Sono come reti neuronali che attivi...La scelta dei dialoghi nel libro, poi....Questo è un modo "corretto" di stare nel proprio territorio, di lavorare sulle parole che è la tua competenza..."

Padova 5 giugno 2002

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