Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa di Asia Argento- Italia - 2004
C’è chi il cinema l’ha masticato fin da bambina. Ore ed ore a vedere papà e mamma mentre erano sul set, ad osservare la nonna mentre fotografava grandi attori ed attrici.
Asia Argento è cresciuta così. A nove anni la sua prima apparizione sullo schermo in “Sogni e bisogni” di Sergio Citti, poi in “Demoni 2 L’incubo ritorna”, diretto da Lamberto Bava e nel 1989 ne “La chiesa” di Michele Soavi. “Palombella rossa” di Moretti, “Le amiche del cuore” di Michele Placido, “Condannato a nozze” di Giuseppe Piccioni , “Perdiamoci di vista” di Carlo Verdone, “Compagna di viaggio” di Peter Del Monte sono i suoi primi banchi di prova. Ma con il divertente e scansonato “Viola bacia tutti” di Giovanni Veronesi, Asia ottiene la sua definitiva consacrazione. A completare il suo invidiabile curriculum, le sue prove in “Trauma”, La sindrome di Sthendal”, Il fantasma dell’opera” (diretti dal papà Dario) ed in “New rose hotel” di Abel Ferrara.
Dopo aver diretto un episodio nel film collettivo “De generazione” (1994) ed il controverso “Scarlet diva” del 2000, Asia Argento ritorna dietro la macchina da presa con il suo “Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa”. Presentato nella sezione "Quinzaine de realisateurs" all’ultimo Festival di Cannes, la pellicola sarà proiettata oggi, in anteprima assoluta in Italia, alle ore 19.00, nell’ambito della nona edizione del “Capri- Hollywood”.
Il film, tratto dal romanzo autobiografico di J.T. Leroy, è ambientato nel Sud dell’America e narra delle vicende di Jeremiah, un ragazzino preso a sberle dalla vita. Sua madre Sarah, (interpretata dalla stessa Asia) è una giovane sbandata che si prostituisce, si droga e vive ai margini della società.
La donna strappa il figlio ad una famiglia adottiva che lo allevava con cura e lo trascina con sé nelle sue disperate peregrinazioni. E mentre la discesa negli inferi della donna sembra inarrestabile (dorme in motel fatiscenti, rovista tra i rifiuti in cerca di cibo, arrotondare la giornata esibendosi in squallidi streap-tease) il piccolo Jeremiah diviene oggetto di desiderio di alcuni compagni della madre. Nonostante tutto Jeremiah riesce ad evitare che la sua mente possa frammentarsi e sconfinare nella pazzia. Il cast si avvale di attori del calibro di Peter Fonda, Winona Ryder, Ornella Muti e della luciferina star musicale Marilyn Manson.
Il film (forse) fin troppo duro, spiazzante e provocatorio, non è stato ben accolto dalla critica che l’ha stroncato, giudicandolo troppo autoriale e violento. Ma si sa come vanno queste cose. Scommetto che la provocante e provocatrice regista sottoscriverebbe quanto affermò Bill Friedkin, il grande regista americano: "Si fotta la critica, questi non sono film per i recensori, è il tuo stomaco che recensisce il film!." Un’ultima annotazione. Prima della visione del film, date una sbirciatina allo strepitoso romanzo autobiografico “I love Kirk”, scritto da Asia e pubblicato nel 1999 da Frassinelli Editore. Scritto sotto forma di diario, l’autrice si rivela, in maniera spontanea e genuina e senza falsi pudori. Divertente, caustico ed un pizzico infantile.
Recensione pubblicata su L'Articolo- Redazione napoletana del "L'Unità" - 29-12-2004