Impepata di nozze .
Sposarsi al Sud è tutta un’altra storia…
La pubblicità, si sa, è da sempre, l’anima del commercio e l’industria del cinema, sin dagli albori, ha sapientemente rastrellato fondi da quei grandi marchi che, mostrati nel corso della narrazione filmica, ad un livello subliminare, riuscivano, ad influenzare il potere d’acquisto dello spettatore. Nanni Moretti, in una sua indimenticabile parodia, fu il primo ad ironizzare sulle pubblicità “occulte” che, Nino Manfredi, su tutti, inseriva, sfacciatamente, nei film che interpretava.
In tempo di crisi, fanno assolutamente tenerezza quei registi che, pur di coltivare il sogno di emulare Fritz Lang, Michelangelo Antonioni o Francois Truffaut, schiavi di produzioni low-budget, sono costretti ad inserire in bella mostra, nei loro film, i marchi di quegli sponsor che, non potendo avere una rilevanza nazionale, sognano di poter avere dal passaggio cinematografico una sensibile ricaduta sui consumatori locali.
Fatta di necessità virtù, il regista Angelo Antonucci, ha impaginato una modestissima pellicola, visivamente piatta, zeppa di inquadrature che mostrano i marchi di abiti da sposa, di supermercati e di altre attività locali.
La trama narra di Michele (Paolo Caiazzo, comico napoletano, di decennale esperienza teatrale), un professore precario, abbandonato sull’altare il giorno delle nozze ed ormai disilluso dall’amore che, nell’agenzia di wedding planner della sorella Adele (una convincente Adele Pandolfi), incontra, per caso, Yuliya (Yuliya Mayarchuck, ex protagonista di Tra(sgre)dire di Brass), promessa sposa di un milanese. Come prevedibile Cupido scoccherà le sue frecce e tra Michele e Yuliya sboccerà l’amore. Nel cast Sandro Milo, nei panni di una donna che espugnerà il cuore di un anziano professore, Patrizio Rispo ed il menestrello Luca Sepe. Il titolo è un ammiccante gioco di parole e fa riferimento alla succulente ed imperdibile “impepata di cozze”, gustoso piatto tipico napoletano.
Recensione pubblicata su Segno Cinema N 183 sett-2013