Identikit

 

di Giuseppe Patroni Griffi con Elizabeth Taylor, Maxence Mailfort, Mona Washbourne, Ian Bannen - Italia -  1974 – Durata 105’ – V.M 18

 

Con l’anima in subbuglio Liz (Elizabeth Taylor), tedesca di mezza età, decide di concedersi una vacanza e vola da Amburgo a Roma. Spaesata, tesa e smarrita sull’aereo è attratta da Pierre (Maxence Mailfort) un uomo schivo e riservato che non ricambia le sue velate attenzioni. Giunta nella capitale incontra nei Grandi Magazzini Elena (Mona Washbourne) l’eccentrica zia di Pierre e mentre va alla ricerca del suo uomo ideale s’imbatte in Bill (Ian Bannen) un americano ossessionato dal sesso e dalla macrobiotica ed in un borgataro che tenta di violentarla. Dopo aver incontrato nuovamente Pierre in un albergo, si reca a Villa Borghese dove si fa ammazzare da un maniaco a colpi di forbiciate.

Pellicola maledettamente statica che vorrebbe trasmettere le esitazioni, gli sbandamenti e lo smarrimento della protagonista che cerca nella capitale di ritrovare se stessa. Sin dalle prime scene Liz appare una donna sommersa da spunti interpretativi e fermamente convinta di non piacere alla gente che, a suo dire, fa di tutto per evitarla. Novella Alice nel paese delle meraviglie, Liz attraversa Roma con uno sguardo confuso ed interrogativo, scampa per miracolo ad un attentato terroristico ed è vittima di uomini che ad ogni occasione, assaliti da irrefrenabili fremiti erotici, le saltano addosso. La scrittura visiva è piatta ed i dialoghi appesantiti da affermazioni enfatiche e pompose; ad Elena che le chiede come farà a riconoscere il suo uomo, Liz le risponderà: “L’uomo che cerco mi riconoscerà, capirà subito che donna sono. Più che una presenza direi sarà la fine di un’assenza”. Il regista s’affida in sede di sceneggiatura a Raffaele La Capria ma la pellicola, sin dalle prima battute, mostra il fiatone e si chiude con il suicidio/omicidio tragicomico della protagonista. Tratto dal romanzo The Driver's Seat di Muriel Spark. Nel cast Andy Wahrol, Luigi Squarzina, Bedy Moratti e Marino Masè.

 

 

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