Intervista ad Ida Di Benedetto
Ha mosso i primi passi a teatro con Mico Galdieri,
Roberto de Simone e Giorgio Strehler, che la scelse tra quattrocento ragazze
per L’opera da tre soldi con Milva e
Domenico Modugno. Da quel momento in poi per Ida di Benedetto, una delle ospiti
d’eccezione della XII edizione del Ischia Global Film & Music Fest, ideata dal
vulcanico Pascal Vicedomini, si aprirono le porte del cinema. Fu Werner Schoeter
ad offrirle il suo primo ruolo importante nel film
Nel regno di Napoli. “Lui proveniva
dal teatro, afferma l’attrice, ed ero abituata alle prove, ma poi mi spiazzò
quando, durante la lavorazione del film, per saggiare se avessi talento, mi
disse: “Inventa, fai tu!”. Attrice intensa, coraggiosa e volitiva, Di Benedetto
deve la sua definitiva consacrazione al magnifico
Immacolata e Concetta,
l’altra gelosia di Salvatore
Piscicelli. “Con questo film vinsi il primo Nastro d’Argento. Salvatore s’ispirò
ad un fatto di cronaca, avvenuto nell’entroterra napoletano e, per le scene osé,
prese una controfigura. Con lui ho poi interpretato poi
Blues napoletano, Regina e
Quartetto.”
Dopo Fontamara, che le
fruttò un secondo Nastro d’Argento, Mamma
Ebe e L’isola, tutti e tre
diretti da Lizzani, è al fianco di Mario Merola, nei film cult
Tradimento, Giuramento e Guapparia.
“Ero perplessa, venivo da un cinema colto, impegnato. Mario Merola m’intrigava,
era l’altra faccia di Napoli, una personalità così distante da me. Mario non
veniva dall’Actor’s studios, ma sapeva trasmettere il sentimento ed incarnava
perfettamente quel personaggio che lotta contro le ingiustizie e che alla fine
si riscatta, grazie alla sua bontà ed al suo talento canoro. La sceneggiata era
poi la tradizione, non si poteva rimuoverla. C’era chi storceva il naso e chi mi
diceva: “Sarai ricordata per sempre per questi film.” Dopo
Pizza Connection di Damiano Damiani,
con il quale ottenne un’altra nomination al David di Donatello, è la
protagonista de Le Buttane e poi di
Rosa Funzeca di Aurelio Grimaldi,
film coraggioso e disperato, completamente ambientato a Napoli, dove interpreta
il ruolo di una donna che, per mantenere agli studi il figlio, fa la prostituta.
Mai doma, dopo aver fondato la Titania Produzioni, intraprende con successo la
carriera di produttrice. E se le si chiede se è soddisfatta della sua fulgida
carriera o se cova dentro di sé qualche segreto rimpianto, risponde: “Sono
diventata madre di due figlie quando ero ancora adolescente. Ero e sono una
donna del Sud e c’è da immaginare le pressioni che ho avuto. Potevo fare qualche
film in più, ma quello che conta di più è che ho amato e che sono stata amata.”
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno
14 – 7- 2014